Le città medie come modello di politiche urbane efficaci

Il sindaco di Sassari Nicola Sanna a Torino interviene alla XXXII assemblea nazionale dell'Anci. Per il primo cittadino reperire risorse straordinarie significa anche «lasciare le tasse dei territori sui territori che le producono»

«Il riordino del sistema territoriale amministrativo deve passare anche, e soprattutto, attraverso un percorso attento e mirato, non casuale e sporadico, di riorganizzazione dell’intero sistema urbano che vede nel nostro Paese una concentrazione importante di popolazione, il 57 per cento di quella nazionale, nelle Città medie e nei loro conglomerati urbani». Ha esordito così il sindaco di Sassari Nicola Sanna, intervenendo questa mattina nella seduta della XXXII assemblea nazionale dell’Anci, durante la sessione dedicata al tema “Integrare le risorse ordinarie e straordinarie: una politica per i Comuni e le Città” e con la partecipazione del ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan.

Si tratta di città strategiche, è stato detto, perché dotate di competenze, infrastrutture, dotazioni produttive funzionali, complementari, quindi necessarie in quanto motori principali della crescita del Paese. È qui, infatti, nelle città capoluogo di provincia, che prendono forma Pil, competenze distintive, eccellenze, infrastrutture strategiche.

«Parallelamente all’aggregazione territoriale e all’integrazione intercomunale che sta avvenendo con le Città metropolitane – ha detto ancora Nicola Sanna – è fondamentale dunque accompagnare il percorso di aggregazione territoriale e integrazione intercomunale delle aree vaste che gravitano intorno alle Città medie. Queste hanno un bacino di utenza e territorio-popolazione di impatto delle politiche molto più ampio dei rispettivi confini amministrativi e, in alcuni casi, si equipara a quello della città metropolitana».

Le città medie quindi rappresentano un “modello di città” basato su politiche urbane più efficaci, con una migliore gestione dei servizi, una migliore qualità della vita e, ancora, una maggiore sostenibilità e integrazione sociale.

«Questo – ha aggiunto il sindaco di Sassari – è il frutto non certamente di maggiori risorse disponibili ma, spesso, di una maggiore capacità di programmazione di area vasta e di coordinamento delle strategie e degli attori, pubblici e privati. «Attraverso la pianificazione strategica – ha detto ancora Nicola Sanna – strumento non a caso oggi reso obbligatorio nelle città metropolitane, è possibile definire le strategie e selezionare le priorità di intervento, costruendo partenariati e alleanze territoriali in grado di sostenerle».

Per le città medie il piano strategico diventa anche lo strumento di “fund raising” per intercettare meglio e di più le risorse economiche disponibili, interne ed esterne, pubbliche e private.

L’obiettivo a cui bisogna mirare, allora, con il coinvolgimento dei partner territoriali, è quello di «individuare quali siano gli strumenti finanziari disponibili, chiarire il plafond di risorse ordinarie e comunitarie e private possibili quindi disegnare una integrazione efficace che serva cioè a concentrarle su pochi grandi interventi prioritari e davvero strategici».

Per il sindaco Sanna reperire risorse straordinarie significa anche «lasciare le tasse dei territori sui territori che le producono, non come accade con l’Imu sui capannoni sul cui gettito c’è ancora una compartecipazione dello Stato. E significa anche non dover calcolare per tre volte le risorse del Patto di stabilità, con passaggi da Stato, Regioni e infine i Comuni. Anche semplificare questo passaggio significa poter usufruire di risorse aggiuntive e più facilmente reperibili».

«Lo sviluppo urbano – ha detto ancora Nicola Sanna – non è più un semplice settore tematico dei programmi operativi né solamente un “obiettivo di spesa” da rendicontare a chiusura delle agende europee. Le città sono state riconosciute come driver principali della crescita economica, sociale e culturale. Sono loro a dare voce ai problemi e alle potenzialità del Paese reale e per questo devono essere chiamate a co-pianificare gli interventi e i benefici a favore dei territori e delle comunità locali che rappresentano».

Ecco allora che le città di diverse dimensioni, piccole, medie e grandi, devono pensare a una forma di partenariato e di alleanza per una crescita coerente del sistema urbano Paese.
Durante l’incontro, più volte è stato ribadito che le città medie e piccole non sono la “stampella” delle città metropolitane e che è fondamentale co-pianificare anche  per aree omogenee. Serve con urgenza un’Agenda urbana nazionale con presidio centrale forte che garantisca il coordinamento delle politiche urbane e l’integrazione del sistema urbano Paese.

«In questo momento storico, non possiamo rischiare di spezzettare il paese in tanti territori separati che non comunicano tra loro. La sensazione è che l’attenzione sia prevalentemente sulle città metropolitane, lasciando un pezzo del Paese in disparte. Oggi più che mai – ha chiuso Nicola Sanna – è necessario che i percorsi siano paralleli e congiunti, che si rafforzino a vicenda per costruire un sistema urbano paese integrato forte e coerente».

Redazione, 30 Ottobre 2015