Le imprese sarde che non si piegano alla crisi
Ecco le imprese sarde “anticrisi”. Crescono quelle della riparazione, della produzione software ma anche le “verdi” e le alimentari. Giù ICT, commercio e ristorazione. Il Segretario di Confartigianato, Spanu: “Ci sono molti imprenditori che non si piegano alla crisi”.
Nonostante la crisi, tra le imprese sarde ci sono settori che crescono bene. Gli indici più che positivi si registrano nella manutenzione, riparazione e installazione di macchinari e apparecchiature. Percentuali in crescita anche per quelle che producono software, offrono consulenza informatica e attività connesse. Sempre con il segno “più”, seppur di poco, le attività di servizi per la pulizia di edifici e immobili, cura e manutenzione del paesaggio, le global service. Stesso discorso anche per quelle alimentari. Al contrario, ovvero in calo, le aziende che offrono servizi alle imprese, quelle della ristorazione, il commercio e le attività dei servizi di informazione e altri servizi informatici generici (ICT).
Sono questi i dati sulla Sardegna del rapporto dell’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, dal titolo “L’Impresa Italia del futuro”, che ha analizzato la dinamica delle aziende del terzo trimestre 2013 rispetto a quelle dello stesso periodo del 2012.
“Questi numeri – sottolinea il Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Filippo Spanu – mostrano i pesanti effetti della crisi su molti settori artigiani”. “Ma gli imprenditori non vogliono piegarsi al pessimismo – continua Spanu – e si sforzano di innovare, investire in nuovi settori e intercettare le nuove tendenze del mercato. E’ necessario fare di tutto per sostenerli, evitando di aggiungere all’impatto della crisi, gli effetti di provvedimenti penalizzanti come accade a livello nazionale e regionale”.
“Con la crisi gli imprenditori, laddove era possibile, hanno fatto di necessità virtù – riprende il Segretario dell’Associazione Artigiana – la capacità di cogliere le nuove tendenze del mercato e le evoluzioni nei consumi è, oggi più che mai, una caratteristica irrinunciabile per le imprese, anche quelle di piccole e piccolissime dimensioni che, per la propria duttilità, possono adattarsi più velocemente ai cambi di scenario, se adeguatamente supportate nell’innovazione, in primis, attraverso l’accesso al credito e la riduzione della burocrazia”.
“Il segno positivo delle imprese dell’agroalimentare è una speranza –sottolinea Spanu – perché sappiamo che i consumi si sono ridotti tantissimo anche, e soprattutto, a tavola. In Sardegna abbiamo aziende “della tavola” che indubbiamente hanno saputo resistere alla crisi grazie all’elevato grado di qualità che offrono nei loro prodotti”.
“Tuttavia, a causa della crisi dei consumi interni – conclude il Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – puntare sulla qualità e sull’eccellenza della tradizione può non bastare: per fare fronte al crollo della domanda interna, sono indispensabili misure e strumenti rivolti all’internazionalizzazione delle imprese affinché siano in grado di intercettare le previsioni di crescita nel 2014 dell’export del Made in Italy”.
I settori anticrisi Sardegna
Riparazione, manutenzione ed installazione di macchinari +7,9%
Produzione di software, consulenza informatica e att. connesse +3,4%
Attività di servizi per edifici e paesaggio +0,2%
Attività alimentari +0,2%
I settori in crisi in Sardegna
Attività supporto per servizi a imprese e uffici -0,6%
Attività dei servizi di ristorazione -1,8%
Commercio al dettaglio -3,6%
Attività di servizi di informazione e altri servizi informatici -4,5%