«L’editorialista e la confusione sul depuratore»
L'opinione di Lina Bardino - Circolo Popolare Europeo
Con fare canzonatorio da avanspettacolo l’editorialista dell’organo dell’amministrazione prosegue con le sue poco dotte tesi in tema di funzionamento dell’impianto di depurazione e della proliferazione algale. Tralasciando di rispondere a tono sul cassonetto di amenità espresse dall’editorialista, mi piace confrontarmi sulle sue tesi scientifiche. Tesi contradette da illustri chimici i quali spiegano testualmente ai non addetti ai lavori che “una delle funzioni primarie del depuratore fognario è la rimozione del fosforo e dell’azoto dai reflui. Questi due elementi vengono metabolizzati dai batteri dei fanghi attivi per la oro crescita. Pertanto la presenza anomala delle alghe non è addebitabile al depuratore, il quale è progettato proprio per il massimo rispetto del corpo recipiente, fiume o lago che sia.” Questo dicono gli esperti.
Per il resto, evito di “sparare sulla croce rossa”. Sarebbe troppo facile e politicamente scorretto. Ma sono costretta a ricordare all’editorialista che il progetto della struttura, condiviso da decine di enti e, questa volta si, di esperti, prevede il riuso a fini irrigui della acque reflue secondo un piano di gestione. Come è accaduto nel 2011. E che nel 2011 era stato finanziato il 4° sedimentatore con 850.000 mila euro, che serve per ulteriormente affinare i reflui. E che farebbe cosa buona e giusta se leggesse tutti i verbali degli incontri fra gli enti interessati al Calik e anche le relazioni annuali dell’Arpas che dicono cose molto interessanti in tema di “marea gialla”. Per il resto comprendiamo umanamente i suoi toni stizziti: la fine del redditizio “sine cura” presso il vecchio depuratore del Mariotti che ammorbava le notti del quartiere della Pivarada non è stato facile da assorbire.