“Lettere dal carcere”, nuovo evento a Casa Gioiosa
Sabato 26 agosto si va alla scoperta del passato carcerario dell' ex colonia penale oggi sede del Parco naturale regionale di Porto Conte e del museo della memoria carceraria “G. Tomasiello”
Sabato prossimo 26 agosto Casa Gioiosa si trasformerà in un palcoscenico in cui i protagonisti saranno i pensieri, le
emozioni e le parole degli stessi detenuti della colonia penale di Tramariglio, riportati alla luce attraverso le lettere e
documenti recuperati dall’archivio della colonia penale. Com’è noto oggi la prestigiosa sede del Parco naturale regionale di Porto Conte ospita un museo della memoria realizzato grazie al fattivo lavoro di recupero archivistico realizzato con il contributo di detenuti in regime di art. 21 e la straordinaria opera dell’archivista Stefano Tedde. “Lettere dal carcere”, questo il titolo dell’evento vuole dare l’opportunità ai visitatori di assaporare in una serata l’atmosfera di una giornata da detenuto attraverso la lettura di episodi e storie realmente vissute dagli oltre cinquemila detenuti che passarono parte della loro vita a Tramariglio.
Le letture saranno introdotte dall’archivista Stefano Tedde , interpretate dalle voci di Alessandro Pala e Chiara Murru ed accompagnate dalle note del pianoforte del maestro Raimondo Dore. La serata sarà allietata da un aperitivo a base di prodotti del marchio di qualità del Parco, e da un brindisi finale. Una serata emozionante nella speciale cornice di Casa Gioiosa. Scrivere, tracciare lettere e segni sulla carta, lasciare memoria del proprio passaggio ha rappresentato per i detenuti della colonia un tentativo efficace di comunicazione con l’esterno.
Scrivevano a mogli, figli, parenti e amici, per ricevere informazioni e informare al contempo i propri congiunti sulle loro condizioni di vita nella colonia. Scrivevano a vari rappresentanti istituzionali, per invocare diritti e benefici specifici. Scrivevano al direttore, spesso per vedersi assegnate determinate mansioni, o per discolparsi di eventuali accuse, o ottenere determinati favori. Alcuni chiedevano il permesso di scrivere a parenti lontani (quasi sempre in America del sud), altri invece abbisognavano di sufficienti quantità di carta per raccontare della propria vita.
Secondo il regolamento del 1931 i detenuti non potevano ricevere o inviare notizie ai familiari senza che prima gli scritti non fossero letti e vistati dalle autorità dirigenti. Quando la lettera poteva veicolare una comunicazione pericolosa, con eventuali indicazioni in codice o ambigue richieste, veniva immediatamente censurata. Anche il cappellano della colonia poteva spesso censurare le missive, quando si potevano leggere tra le righe ammiccamenti amorosi o esplicite affermazioni affettive.
La corrispondenza fra detenuti era sottoposta a misure di sicurezza: era permessa solo quando essi erano parenti entro il secondo grado o se si trattava di due coniugi. Le lettere erano compilate in genere nel locale detto “di scritturazione”, e imbucate in un’apposita cassetta chiusa a chiave e custodita nello stesso locale. I detenuti potevano scrivere solo in determinati giorni della settimana e in genere le penne venivano consegnate dal personale al momento della stesura. In ogni altro momento della giornata era vietato scrivere: le missive venivano sequestrate e incluse nei rapporti disciplinari, come prova dell’infrazione commessa.
Tornando alla serata, dalle 19 alle 23 sarà possibile visitare le aree museali di Casa Gioiosa e quindi immergersi all’interno di quelle che furono le vecchie celle carcerarie e rivivere la giornata tipo di un detenuto nell’area museale interattiva mentre dalle 20:30 inizieranno le letture con l’accompagnamento musicale. Il costo è di 20 € a persona. Per chi fosse interessato è necessaria la prenotazione. Per informazioni e prenotazioni chiamare il numero +39 3313400862 079 942111 (dalle 9 alle 18) o inviare una mail a [email protected].