«L’Islam è una religione di pace e tollerante?»

L'opinione di Vittorio Guillot

Sento dire con molta insistenza che l’Islam sia una religione di pace e tollerante e che il terrorismo praticato da molti musulmani non abbia niente a che fare con la religione ma solo con l’emarginazione sociale e le disagiate condizioni economiche. Mi chiedo se, stando a questa sociologia degli speudo ‘progressisti’ nostrani, accogliendo indiscriminatamente un enorme numero di clandestini, a maggioranza musulmana, ma mollandoli, poi, allo sbaraglio tanto che in massima parte non vengono neppure identificati e che di 50.000 di loro si sono perfino perdute le tracce , non li si condanni alla povertà, allo sfruttamento ed alla emarginazione e, quindi, al terrorismo . A parte ciò, vorrei sapere su quali elementi si può dare una interpretazione ‘pacifista’ dell’islam di tanti versetti del Corano. Comincio col leggere la Sura 2, versetto 106, che recita: “Voi siete la miglior nazione che sia stata prodotta agli uomini; voi ordinate ciò che é lodevole e proibite ciò che è riprovevole” Il versetto 114, invece, dice: “ O voi che credete, non prendete come amici intimi altri all’infuori di voi”. Mi paiono anche significativi i versetti 187 ed 189 , che dicono, sempre riguardo ai rapporti con i miscredenti: “… Uccideteli, dunque, ovunque li troviate scacciateli da dove essi vi avranno scacciato, poiché la discordia è peggiore della strage in guerra…” “… Combatteteli finché non vi sia più discordia civile, e sia la Religione solo quella di Dio…”

Mi ha anche colpito la Sura 4, versetto 91, che così si esprime, a proposito dei miscredenti: “… Non prendete fra loro come soci… Se avranno volto le spalle per allontanarsi, prendeteli ed uccideteli….” Leggo e cito la Sura 9, che ai versetti 5, 15, 29, 126, così ordina:” …Quando saranno trascorsi i mesi sacri, uccidete i politeisti, ovunque li troviate, prendeteli prigionieri…” “…Combattete contro quelli che non credono in Dio, né nel Giorno Estremo, e non considerano proibito quel che proibisce Dio ed il Suo Apostolo, e che non professano la Religione della Verità, ossia coloro ai quali è stato dato il Libro, finché non paghino il tributo con umiliazione…” “…O voi che credete, combattete i miscredenti che sono vostri vicini e questi trovino in voi durezza…” Mi chiedo quale sia il significato di tutte queste citazioni e se i valori che esse esprimono siano conciliabili con la nostra civiltà occidentale che, almeno sulla carta, è tollerante, democratica e contraria a qualsiasi tipo di discriminazione. Mi chiedo, anche per quanto riguarda la condizione della donna, se i valori islamici si concilino con i nostri. Possono i musulmani che vogliono venire a vivere da noi accettare le nostre leggi civili in fatto di diritto di famiglia e di rifiuto della poligamia? Fino a che punto vale il divieto per una donna di essere toccata o di spogliarsi di fronte ad un uomo che non sia un suo familiare, previsto dalla Sura 24, versetto 31 e, più precisamente, può spogliarsi di fronte ad un medico od a chi debba soccorrerla? Come si concilia l’Islam con la pari dignità tra uomo e donna, che è uno dei cavalli di battaglia delle nostre beneamate femministe ? Ritorno, inoltre a esaminare la Sura 4, che al versetto 38, così si esprime: “ …Gli uomini sono superiori alle donne per le qualità con cui Dio ha fatto eccellere alcuni di voi sopra gli altri…. E quanto a quelle di cui temerete la disubbidienza, ammonitele e ponetele in letti a parte e battetele…” Dal canto suo, anche la Sura 2, versetto 228, riferendosi alle donne ,dice:”… Tuttavia gli uomini hanno su di esse un grado di superiorità…”, mentre il versetto 220 ordina:”… Non date in spose le donne ai politeisti…”, e la Sura 5, consente agli uomini di sposare donne cristiane od ebree: “…Vi è permesso sposare donne oneste, fra le credenti, e pure quelle oneste di coloro ai quali è stato dato il Libro…”. Una tale facoltà, invece , non è riconosciuta alle donne musulmane.

Vorrei anche capire se l’Islam ammetta la schiavitù e se tratta in modo diverso, conseguentemente, le donne ‘libere’ dalle schiave. Nella Sura 4, versetto 28, infatti, si legge:”…Vi è vietato di avere rapporto con le donne maritate, eccetto che con le schiave…” e, ancora, nella Sura 23, versetti 5 e 6:”…Si astengano dall’unione sessuale con donne, eccetto che con le proprie mogli e con le proprie schiave, poiché in ciò non sono da biasimare…” Dopo aver citato questi versetti, mi chiedo come sia possibile affermare che l’estremismo islamico e la violenza terrorista non abbia fondamento proprio nel Corano. Con ciò non dico che tutti i musulmani siano violenti e terroristi. Molti di loro, mio parere, mettono da parte certi insegnamenti violenti e intolleranti e preferiscono i vantaggi del progresso scientifico, tecnico ed economico che dall’Occidente è arrivato anche a loro, assieme a certe idee di emancipazione sociale e libertà. Aggiungo che questi musulmani sono le prime vittime degli integralisti che li vogliono sottomettere alla ‘ retta via’. Noi occidentali dobbiamo sostenere questi musulmani, anche con le armi, se necessario, se vogliamo un mondo di pace e di collaborazione.

Mi fa anche piacere aver letto che esiste anche una interpretazione , se non pacifista, almeno ‘difendista’ del Corano, fatta da un islamista turco. Secondo costui la violenza predicata dal Corano sarebbe applicabile solo per proteggere la religione dalle aggressive imposizioni di altri. Spero che questa interpretazione si estenda all’intero mondo musulmano e mi spiace, però, che NON abbia ancora fatto breccia nella generalità della comunità islamica perché non è una interpretazione immediatamente percepibile dall’ ‘uomo della strada’ ma solo da una ristretta élite di intellettuali. Si dirà che anche l’Antico Testamento Giudaico-Cristiano contiene disposizioni divine terribili e crudeli e che i comportamenti di Re e Patriarchi, benché benedetti da Dio stesso, in certi casi fu addirittura raccapricciante. Dio stesso, infatti, nell’Antico Testamento, ordinò agli ebrei di commettere stragi e genocidi, come quello dei madianiti, o li accettò come omaggio . Venivano praticati il ripudio e la poligamia. Abramo, poi, fu spinto dalla moglie, Sara, che non poteva avere figli, a generarne uno con la schiava Agar. Mi pare questo un caso di “utero in prestito”! Salvo, poi , scacciare quel figlio quando nacque Isacco, l’erede legittimo. Il caro Lot commise incesti con le sue figlie, ma fu trasformata in statua di sale sua moglie, mentre lui non ebbe alcuna punizione. La prostituzione di Tamara non è per niente condannata e almeno nel caso della figlia di Jefte fu fatto e tollerato un sacrificio umano. Fu anche ben considerato il suicidio, almeno quello esposto nel libro dei Maccabei. Il saggio Salomone, dal canto suo, ebbe più amanti e concubine che capelli in testa (e non era calvo!). La schiavitù era ammessa e regolata da precise norme.

Comunque sia, la religione cristiana affonda le sue radici non tanto nell’Antico testamento, ma nel Vangelo. L’Antico Testamento è considerato solo come un periodo preparatorio, in cui, tra le miserie umane, si conservava e trasmetteva la fede in un Dio unico e la attesa di un Redentore. Il valore rivoluzionario della nuova religione , secondo me, è contenuta nella espressione ‘Non sono venuto per abolire la legge di Mosè, ma per compierla in modo perfetto’ e nella Lettera di Paolo agli ebrei, in cui è scritto ‘ Se la prima alleanza fosse stata perfetta non sarebbe stato necessario sostituirla con un’altra’ . Non credo che ci siano dubbi sul fatto che il cristianesimo sia una ‘religione di pace’, anche se è una ‘ religione di giustizia’ e ciò non escluda che per avere giustizia occorra anche fare la guerra. E’ anche verissimo che per ben 15 secoli il cristianesimo sia stato fortemente e crudelmente intollerante. Anche il cristianesimo delle varie confessioni, infatti, non si è limitato a proporre alla libera coscienza degli uomini cosa fosse bene e male, ma ha preteso di estirpare il male anche con la forza e di imporre il bene. Io credo, comunque, che quella intolleranza sia dovuta ad una deviazione dal Vangelo, attuata anche da papi e santi, non al Messaggio del suo Fondatore. Per questa ragione gli ultimi papi vanno chiedendo perdono per le malefatte ecclesiastiche. A ciò aggiungo che la nostra cultura, oltre che sul cristianesimo , è fondata sulla eredità greca, romana, umanistica ed illuminista.

Si potrebbe pensare, a questo punto, che anche il Giudaismo, fondato esclusivamente sull’Antico Testamento, sia ancora oggi una religione bellicosa e intollerante. Fortunatamente non è così perché da diversi secoli anche l’ebraismo ha subito una ‘riforma’ tendenzialmente illuminista e umanista. Dico di più, sotto la spinta di questo ‘illuminismo’ la stessa teologia israelitica ha accolto il principio che sia fondamentale la ricerca, quasi messianica, della Verità. Perciò in essa si sono generalmente affermati i principi di libertà, giustizia e tolleranza tanto che è difficile trovare le differenze culturali tra un europeo cristiano ed uno ebreo. .Ciò ha permesso che in seno all’ebraismo siano sorte personalità come Spinoza, Kafka, Einstein, Hanna Arendt, Umberto Saba, Italo Svevo etc . Tra l’altro gli ebrei della diaspora hanno da sempre riconosciuto il valore delle leggi ‘laiche’ dello stato in cui hanno vissuto , anche se diverse dalle loro leggi religiose. D’altra parte non è un mistero che anche Cristo , dicendo, ‘date a Cesare quel che è di Cesare ed a Dio ciò che è di Dio ‘ ha riconosciuto la separazione del potere religioso da quello civile. Mentre per i musulmani per l’islam le legislazioni che non si adeguino i suoi precetti sono assolutamente ilegittime.

Nell’Islam, purtroppo, una simile rivoluzione , invece, non si vede ancora. Questa religione , anzi, si pone proprio come una reazione e, più precisamente, come un ritorno alla religione di Abramo, che dovrebbe essere ’purificata’ e spogliata dagli appesantimenti Mosaici e Cristiani, altro che ‘influssi umanistici e illuministi’. Teniamo presente, tra l’altro, che per i mussulmani integrali non c’è differenza tra la comunità dei credenti, la “Umma”, e la società civile. Conseguentemente non vi è differenza tra Legge Religiosa e Legge Civile, tra delitto e peccato e ciò che è vietato o disposto dal Corano deve essere vietato o disposto dalle leggi dello stato. . Per l’islam, cioè, le legislazioni che non si adeguino i suoi precetti sono assolutamente illegittime. Perciò in molti paesi islamici, ad esempio, il divieto coranico di bere alcolici o l’obbligo di rispettare il Ramadan , anche per i non islamici , é sancito dallo Stato mentre l’apostasia, assieme all’omicidio, è considerato il peccato/delitto più grave, punito con la morte. A questo punto vorrei capire come l’Islam possa conciliarsi con la nostra cultura e persino con la nostra Costituzione.

Vittorio Guillot, 8 Luglio 2015