L’odissea di Fiesta, dal Balaguer all’annullamento (VIDEO)
E' saltato l'appuntamento con la tradionale fiera estiva, gli organizzatori delusi attendono spiegazioni
Il Colle del Balaguer è spoglio. Se non fosse per la bella targa intitolata a Giuni Russo, omaggiata proprio ieri in occasione del Grand Prix Corallo, verrebbe da dire quasi desolante. Eppure lassù lo spettacolo è fantastico. Il mare, i lineamenti di Capo Caccia e quel leggero maestrale che spesso d’estate fa anche piacere. Sino a ieri c’erano anche gli stand allestiti per Fiesta, tradizionale fiera estiva ad ingresso libero negli anni scorsi ospitata nel Lungomare Barcellona.
Era tutto pronto, erano arrivati dalla Spagna anche i camion e tutto il materiale per l’allestimento. Perché Giuseppe Iurato, proprietario della Aladino Fiere, aveva ‘chiamato’ il suo amico Andrea Ferinu della Italfires per allestire la fiera al Balaguer. Era stato proprio quest’ultimo, lo scorso 18 giugno, a chiedere lo spazio per ‘Fiesta’ nel Lungomare Barcellona, come da tradizione. Erano i primi giorni da sindaco di Mario Bruno che qualche giorno dopo avrebbe nominato come assessore al commercio e allo sviluppo economico Natacha Lampis. Che risponde alla richiesta di Italfires ma solo il 7 luglio (a cinque giorni dall’inizio della fiera), negando il nuovo lungomare ma offrendo l’opportunità di spostarsi al Balaguer. Proposta che viene accolta dagli organizzatori: il 9 luglio viene chiesto alla polizia locale il suolo pubblico e il relativo conteggio economico e al contempo viene presentato il programma della festa con la richiesta di patrocinio.
La delibera di giunta n. 28 del giorno seguente (10 luglio), consultabile a questo indirizzo, pur con qualche limitazione sembra dare il definitivo via libera nonostante la Giunta conceda il patrocinio del Comune esclusivamente e limitatamente all’utilizzo dello stemma comunale. Inizia qui in realtà una vera e propria odissea, tra viaggi continui alla Secal e richieste al Suap, fino alla richiesta fatta dalla Secal alle 14 del giorno antecedente l’inizio di Fiesta: 9mila euro per il suolo pubblico. Una “follia” per chi a Barcellona ha allestito una fiera con centinaia di stand per molto meno oppure a Roma per il concerto dei Rolling Stones per ottomila. Viene chiesto, telefonicamente, all’assessore Lampis di modificare la delibera di Giunta ottenendo risposta negativa.
Si arriva quindi al 12 luglio, giorno programmato per l’inizio della Fiera. Il comando dei vigili urbani conferma che le autorizzazioni non ci sono, Iurato e Ferinu non possono fare altro che smontare tutto in fretta e furia. Con tutti i disagi e soprattutto i danni che ne derivano. Con aziende, e dietro loro famiglie, costrette a fare marcia indietro. Con possibilità di offrire opportunità di lavoro a giovani, e non solo, seppure per pochi giorni ormai svanite. Con l’opportunità mancata di valorizzazione di un posto troppo spesso dimenticato. Una vicenda che ha radici ben più lontane e che lascia dietro sé troppi punti interrogativi. Innanzitutto, perché di fronte a una richiesta arrivata il 18 giugno è seguita una risposta solo il 7 luglio? Ma, tornando ancora più indietro, perché il commissario all’epoca del suo mandato non ha mai firmato la delibera per la tradizionale Fiera di San Giovanni (che si sarebbe dovuta tenere dal 21 al 29 giugno) finita sulla sua scrivania ad aprile? Domande alle quali gli organizzatori, e non solo, attendono risposte.