L’ospedale di primo livello, il Marino nella AOU e le visite ortopediche urgenti
L'opinione di Vittorio Guillot
Sembra che la nuova legislazione della Regione Autonoma della Sardegna, tra le altre cose, preveda il riconoscimento della DEA di Primo Livello all’Ospedale di Alghero. La notizia, secondo me, è assolutamente positiva anche se, per passare dalle enunciazioni di massima alla loro pratica attuazione, occorre che ora i nostri governanti regionali, magari stimolati dagli amministratori comunali e dai politici eletti nel territorio, offrano delle concrete garanzie circa un effettivo rilancio dell’Ospedale. Occorre, cioè, che, mettendo nero su bianco, si definisca quali sono i programmi e quali le somme previste per gli investimenti e gli acquisti di strumentazioni indispensabili per l’efficiente funzionamento della Sanità Pubblica. Naturalmente occorre anche precisare quali reparti verranno mantenuti e potenziati, quali saranno le loro sedi, entro quali scadenze verranno effettuati i finanziamenti e la messa in opera dei locali e delle strumentazioni nonché, quanto, quale e quando verrà assunto il necessario personale sanitario. Io sono sempre più convinto che una tale programmazione non possa essere affidata esclusivamente ai politici ed agli amministratori ma che ad essa debba concretamente partecipare il personale sanitario. Solo questo personale, infatti, può indicare ciò che è tecnicamente utile ed indispensabile per la funzionalità della nostra pubblica sanità mentre i politici dovrebbero sentire le necessità della popolazione e farsene carico. E’ chiaro, in questo quadro, che i nostri governanti regionali e locali debbano anche dare una plausibile spiegazione sulla mancata entrata in funzione del reparto di terapia intensiva.
E’ noto a chiunque quanto quel reparto sia di fondamentale importanza, particolarmente in tempi di Coronavirus. Soprattutto devono muovere con celerità piedi e chiappe perché quel reparto sia aperto al più presto. Ciò non solo per allontanare illazioni, sospetti e chiacchiere ma anche perché la sua attività fu più volte promessa e data per imminente! La nuova legislazione prevede anche che l’Ospedale Marino venga amministrato dalla Azienda Ospedaliera Universitaria. Malgrado sia scritto che in esso verranno effettuati studi ed interventi di elevata qualità, questa disposizione mi lascia perplesso. Non che ce l’abbia, per carità, con la ricerca scientifica e con le sperimentazioni di elevato livello. Tutt’altro. Ben venga tutto ciò, purché non si trascurino i servizi indispensabili per la concreta assistenza sanitaria alla popolazione di Alghero e del territorio circostante e siano dovutamente valorizzati anche i medici del nostro nosocomio.
Il fatto è che, salvo diverse disposizioni, le Aziende Ospedaliere Universitarie – AOU-, svolgono istituzionalmente attività didattica, ossia di istruzione e di praticantato per gli studenti di Medicina e per gli specializzandi dei diversi rami. Di conseguenza, come già avviene solitamente, possono curare i malati che sono stati ospedalizzati seguendo la trafila ordinaria. Però non sono automaticamente tenute a dare assistenza ai traumatizzati e ai pazienti necessitanti di visita ortopedica urgente perché non sono necessariamente e istituzionalmente inserite nel circuito dell’emergenza. Di conseguenza quando verrà effettuato il passaggio dell’Ospedale Marino all’AOU, i traumatizzati e i pazienti che necessitano di visita ortopedica urgente potrebbero essere spediti a Sassari o ad Ozieri anche per curare la frattura del dito mignolo. Il Territorio circostante e la nostra città di 40.000 abitanti, che è anche un polo turistico di eccellenza, non merita certo un simile trattamento. Perciò, se già non vi è una chiara e precisa disposizione in tal senso, è indispensabile che i nostri amministratori comunali, sindaco in testa, chiedano con energia ai consiglieri regionali eletti nel territorio di farsi carico di un emendamento alla legge che, appunto, chiarisca questa faccenda senza lasciar adito ad equivoci e dubbi!
Non mi permetto di suggerire il testo di tale emendamento, che, comunque, sarebbe lungo non più di un rigo! Ricordiamo, però che la gente vuole fatti concreti e la soluzione dei problemi reali. Ciò vale per tutti gli aspetti della vita pubblica guidati dalla politica, compresi quelli legati alla sanità. Deludere le promesse significa favorire lo sfascio generale che finirebbe per travolgere tutto e tutti. Certo, se travolgesse solo i politicanti inattendibili, poco ci interesserebbe poco e, magari, ci farebbe anche gioire.