Lotta alle droghe, Padre Morittu incontra i ragazzi del Roth
Il frate, con due giovani in rappresentanza della Comunità dove ora vivono per il recupero da dipendenze, ha raccontato storie di vita agli studenti attoniti, che hanno seguito in un silenzio irreale.
“Mi sento fortunato ad aver incontrato Dio, San Francesco e tanti giovani che sono come dei figli per me”. Queste sono state alcune tra le parole più toccanti di una mattinata che ha più volte fatto venire il nodo in gola a chi ascoltava gli interventi degli ospiti dell’Istituto tecnico A.Roth“ martedì. A pronunciarle è stato padre Morittu, fondatore della Casa famiglia di Siligo. Il frate, con due giovani in rappresentanza della Comunità dove ora vivono per il recupero da dipendenze, ha raccontato storie di vita agli studenti attoniti, che hanno seguito in un silenzio irreale. Hanno ascoltato dapprima Morittu (che ha raccontato come la Comunità S’Aspru nasce e come si gestiscono le problematiche che ogni giorno si presentano agli operatori), poi le testimonianze di due ragazzi, che hanno vissuto difficili esperienze di vita a causa di droga e alcool.
L’Istituto, organizza periodicamente iniziative che mirano a sensibilizzare gli studenti sui rischi derivanti dall’uso di droghe, alcool e da dipendenze dal gioco e dalla rete con conseguenti rischi per la salute fisica e mentale. I diversi progetti riguardano l’educazione alla salute ed alla cittadinanza attiva, ma vengono anche visti nell’ottica dell’inclusione. È importante che si conoscano le situazioni vissute da chi ha dovuto affrontare periodi di difficoltà e si trova in uno stato di debolezza fisica e psicologica. Drammaticamente vere e reali le lucide descrizioni dei giovani che hanno deciso di rendere note le loro esperienze di ex tossicodipendenti. Hanno evidenziato le motivazioni ed il malessere passato senza mai un accenno alla mancanza di speranza che si percepiva da ogni loro affermazione. “È il lavoro che ci aiuta, è l’interesse per qualcosa di buono e di utile che ci fa vivere più sereni. Abbiamo la speranza di ritrovare noi stessi e l’amore per la vita che avevamo perso”.
Una domanda posta dal dirigente scolastico Angelo Parodi ad uno dei due ragazzi, apre la seduta a una sorta di dialogo e di confronto. La condivisione così realistica ed efficace della narrazione sulle brutte avventure legate all’uso di stupefacenti, ha fatto si che, dopo un primo momento di timidezza e timore, gli studenti abbiano iniziato a chiedere ed a riflettere su quelle terribili esperienze. Nell’arco dell’incontro, si è parlato anche del libro che padre Morittu ha scritto con Giampaolo Cassitta, “Gli ultimi sognano a colori”, in cui si descrivono le varie vicissitudini e le motivazioni delle scelte a favore degli altri. I testimoni intervenuti hanno scelto di vivere e di cercare una speranza all’interno di una struttura che offre aiuto con un alto livello di competenza nell’ambito psicologico e medico. “Si ringrazia la Commissione Salute e inclusione dell’Istituto Roth per aver organizzato un momento così alto e intenso che di certo aiuterà gli studenti a scegliere di non compiere errori e passi pericolosi per la loro vita”.