Maltrattamenti sui bimbi, lo scivolone del giornalista di Repubblica fa infuriare i sardi

Sul quotidiano oggi in edicola, il giornalista ha tentato di ricostruire la vicenda cercando di capire le ragioni che hanno portato i due arrestati a picchiare, mordere, legare e terrorizzare dei bimbi. In un punto dell'articolo compare però una frase che scatena il finimondo

Corrado Zunino, giornalista di Repubblica, è incappato in uno scivolone raccontando la terribile storia di maltrattamenti subiti dai bambini di un asilo di Milano (LEGGI). Sul quotidiano oggi in edicola, il giornalista ha tentato di ricostruire la vicenda cercando di capire le ragioni che hanno portato i due arrestati a picchiare, mordere, legare e terrorizzare dei bimbi. In un punto però, è comparsa la frase incriminata che, fotografata e condivisa sul web, ha scatenato il finimondo: “Non sale dalla profonda Barbagia il racconto del maltrattamento dei piccoli alunni. Tocca Roma, Grosseto, Pisa, Bolzano”. Un grande abbaglio per il quale il giornalista si è scusato e con lui il direttore di Repubblica. Ma per le maggior parte dei lettori e dei frequentatori ciò non è stato sufficiente e per l’intera giornata hanno ricoperto il giornalista di insulti. “Quasi come che nella profonda Barbagia sia normale crescere i bambini in questo modo” – hanno scritto in tanti.

«Un passaggio discriminante, – ha commentato su facebook Ugo Cappellacci, ex presidente della Regione Sardegna – all’insegna del becero pregiudizio nei confronti del nostro popolo».  Il coordinatore regionale di Forza Italia, preso poi atto delle scuse, ha scritto una lettera al direttore del giornale: “ho letto su Twitter le scuse ai cittadini sardi e barbaricini riguardo all’articolo pubblicato questa mattina sul suo quotidiano. Pur dandole atto della sua onestà intellettuale nell’ammettere l’errore, fatto che le fa personalmente onore, comprenderà che quello compiuto dall’autore dell’articolo non è uno “scivolone”, un refuso, un’imprecisione, ma la manifestazione di un pregiudizio purtroppo duro a morire. Ecco perché, al di là delle scuse che si accettano perché certamente sincere e non di circostanza, per andare oltre il galateo e la forma e trarre da un fatto negativo un’azione positiva, le chiedo il gesto coraggioso di dedicare un articolo, una pagina, quel che lei riterrà più opportuno alle gente di Barbagia, alle tradizioni, ai valori, alla storia di un popolo di persone oneste e laboriose. Credo che sarebbe un gesto apprezzato e un esempio di quel buon giornalismo che rimuove i pregiudizi e che si fa promotore di verità e di giustizia sociale”.

FOTO:

Articolo Repubblica - scivolone

 

2 Agosto 2016