Manca il sangue negli ospedali della Sardegna. “La situazione è drammatica”
Il Presidente dell’Avis Regionale invita i sardi e i turisti a donare
“La situazione negli ospedali sardi è drammatica”. Non fa giri di parole il presidente dell’Avis Regionale, Vincenzo Dore, che spiega: “C’è bisogno di sangue per poter garantire l’attività chirurgica, assicurare le trasfusioni per i talassemici che senza non possono vivere e per rispondere alle emergenze/urgenze”. La situazione d’emergenza riguarda tutte le province. “Nel periodo estivo la popolazione in Sardegna aumenta considerevolmente e al contempo le donazioni di sangue subiscono un calo fisiologico dovuto alle partenze per le ferie. Gli ospedali sono in affanno” sottolinea Vincenzo Dore. L’appello a donare è rivolto a tutte le persone di età compresa tra 18 e 60 anni, che pesino almeno 50kg e siano in buono stato di salute. La donazione è semplice, sicura e veloce: bastano dieci minuti per cambiare la vita di chi ne ha bisogno.
“Donate prima di partire o fatelo se siete qui per godere delle bellezze della nostra terra – è il grido del presidente Dore -. Questo è il periodo più critico per la nostra Isola, si dona meno, la richiesta è maggiore e si registrano più incidenti stradali. Chiunque di noi può ritrovarsi ad avere bisogno di sangue”. In particolare, c’è bisogno di sangue del gruppo 0, il più carente in questo momento. Si può donare il sangue nelle autoemoteche dell’Avis presenti nelle piazze della Sardegna, nelle sedi Avis e al centro trasfusionale. “Importante è compiere questo gesto di grande altruismo, che in realtà è anche un modo per prendersi cura di se stessi e per fare prevenzione”, afferma Vincenzo Dore.
Il presidente dell’Avis Regionale Sardegna lancia un ultimo appello, alla Presidente Todde e alla sua Giunta: “Noi ci mettiamo tutto il nostro impegno, il nostro tempo e il nostro cuore per aiutare le persone con le nostre 175 sedi comunali e 41.034 soci donatori. Il 78% del sangue raccolto in Sardegna è grazie ai nostri volontari. Unendo le forze si può fare di più perché l’obiettivo e non arrivare ogni anno a una situazione di emergenza. Serve una strategia da attuare con la Regione Sardegna, serve vedersi e confrontarsi. Per la salute di tutti i sardi”.