Marino di Alghero, il 4 marzo riparte l’attività chirurgica di Ortopedia
Conclusi i lavori di ristrutturazione della sala operatoria dell’ospedale Regina Margherita. La nuova sala ha caratteristiche impiantistiche Iso 5
I lavori della prima sala operatoria dell’ospedale Marino di Alghero sono conclusi e, a partire dal 4 marzo, è stato già programmato l’avvio dell’attività chirurgica di Ortopedia. All’ospedale di viale Primo Maggio è terminata quindi la ristrutturazione di una parte del blocco operatorio che, oltre alla nuova sala, ha permesso la realizzazione di locali annessi, come quelli dedicati al risveglio del paziente quindi la zona di preparazione all’intervento chirurgico e alcuni locali depositi.
L’apertura del blocco è stata effettuata questo pomeriggio, al primo piano dell’ospedale, alla presenza del direttore generale e del direttore sanitario dell’Aou di Sassari, rispettivamente Antonio Lorenzo Spano e Lucia Anna Mameli. Quindi dell’assessore regionale della Sanità Carlo Doria, del presidente del Consiglio regionale Michele Pais, del rettore dell’Uniss Gavino Mariotti, del primo cittadino di Alghero, Mario Conoci, e del presidente della quinta commissione comunale Christian Mulas. Erano presenti, inoltre, la responsabile della struttura Operation manager and operating room, Gabriella Tucconi, il responsabile dell’Ortopedia e traumatologia dell’ospedale Regina Margherita di Alghero, Giuseppe Melis.
I lavori. Il progetto per le sale operatorie dell’ospedale Marino di Alghero – per un valore di 1 milione 450 mila euro – ha consentito interventi per opere edili, per impianti elettrici, per l’impianto di condizionamento e riscaldamento quindi per gli impianti idrico e antincendio. La sala operatoria è situata al primo piano del presidio ospedaliero Regina Margherita, nell’originale comparto operatorio. Ha una dimensione di circa 64mq e ha le caratteristiche impiantistiche che la rendono Iso 5, tipica degli interventi di protesica.
La nuova sala. La caratteristica Iso 5 è riservata a quelle sale all’interno delle quali vengono effettuati interventi di lunga durata ed elevata complessità, che richiedono un’alta qualità dell’aria all’interno. In questo tipo di sale la carica batterica viene abbattuta con un flusso unidirezionale di aria che interessa sia il campo sia il tavolo operatorio. In questo modo si ha un forte abbattimento dei rischi di infezione.
Sono state installate, poi, nuove porte ermetiche a tenuta d’aria. Tra i lavori effettuati anche il rifacimento delle linee dei gas medicali e l’adeguamento dell’impianto elettrico. Sono stati necessari, inoltre, anche alcuni lavori edili di adeguamento strutturale. Le azioni adottate dall’Aou di Sassari hanno da subito messo in evidenza la centralità dell’ospedale Regina Margherita.
“Come tutti i lavori di ammodernamento, è stato necessario del tempo per realizzati – afferma Antonio Lorenzo Spano – un periodo necessario che, ora, è ripagato da una struttura altamente tecnologica e con i migliori standard di sicurezza. L’obiettivo è quello di affiancare al sistema delle Ortopedie e traumatologie dell’Hub e Dea di II livello, quale punto di riferimento dell’altissima specialità del centro nord Sardegna, un polo di rilievo regionale integrato per le tecnologie chirurgiche ortopediche innovative e nel campo della robotica, quest’ultima già attiva nei reparti specialistici di Sassari”.
“L’avvio delle attività di sala operatoria sarà garantito dalla presenza di un numero adeguato di personale dedicato, a partire dagli anestesisti quindi dai ferristi e infermieri di sala. Questo consentirà lo svolgimento sia dell’attività operatoria programmata sia di quella dell’emergenza intraospedaliera” – è stato dichiarato durante la conferenza.
“Per le altre sale operatorie, presenti al primo piano dell’edificio che si affaccia sulla rada di Alghero, è previsto un nuovo apposito progetto di ristrutturazione. Dal momento del passaggio della struttura, avvenuto il 1 gennaio 2022, in virtù della legge regionale numero 24 dell’11 settembre 2020 – l’Aou di Sassari ha investito sull’ospedale, tra fondi propri e finanziamenti regionali, circa 6 milioni di euro”.