Mario Bruno al sindaco, “Serve un rimpasto della giunta”
Un rimpasto della giunta che dia spazio alle intelligenze locali, ineccepibili da un punto di vista sia politico che tecnico. Questa la proposta di Mario Bruno, consigliere regionale del Pd nonché primo ferreo sostenitore del sindaco Stefano Lubrano durante la campagna elettorale. Un clima non proprio semplice quello che si ritrova a gestire il centro sinistra oggi, sia per i malumori interni alla maggioranza, sia per le sempre più frequenti risposte, spesso disattese, che i cittadini chiedono in merito ai problemi della città.
«Sono piuttosto critico su questi primi mesi di governo – ha detto Bruno durante la conferenza stampa convocata questa mattina -, bisogna fare molto di più. Non voglio partecipare a nessun golpe, né tanto meno chiedere al sindaco le dimissioni. Ma l’azione dell’amministrazione non è ancora pienamente adeguata per fronteggiare la grande crisi che c’è in città. Non vedo una decisa svolta nell’attuazione del programma. Certo, alcune azioni hanno bisogno di risorse, ma tante altre no, bisogna solo metterle in pratica.
Sarà necessario rivedere i rapporti tra giunta e consiglieri, tra lo stesso sindaco e la sua maggioranza, ma anche le modalità di comunicazione esterna. Occorre una regia seria e gestita da professionisti per attuare una vera comunicazione strategica perché i cittadini devono essere informati di ogni azione amministrativa. Non ci può essere una giunta chiusa e un consiglio che non si sente parte integrante di un progetto. E per questo credo sia arrivato il momento, prima che sia troppo tardi, di fare una rivisitazione profonda della giunta in termini di rinnovamento, competenze ed esperienza. Servono un mix di profili tecnici e politici, perché fare politica è un valore aggiunto se la si fa bene, e non un demerito».
Nessun apparente tentativo di far cadere il sindaco dunque, ma solo il desiderio di dare una svolta all’azione amministrativa. «Se poi il sindaco è deciso a dare le dimissioni lo deve dire subito, perché il rischio che si corre è quello di non poter votare a fine maggio, e la città non si merita un anno di commissariamento».
Un “ammonimento” infine alle forze politiche della coalizione: «Così non si può continuare, io non mi sento tranquillo. O la coalizione riesce a trovare una sua omogeneità, oppure è meglio ammettere di aver sbagliato, prenderne atto e tornare tutti a casa».