Marlene Kuntz: Estate Catartica 2024 ad Alghero

Testi crudi e suoni acidi: i Marlene infiammano il palco dell'Alguer Summer Festival

La storia di questo concerto inizia molto tempo fa: era il 1994, un anno sacro per gli amanti di un certo tipo di musica. Era ancora l’epoca del grunge; mentre all’orizzonte appariva l’ombra del NU Metal, in Italia a maggio del ‘94 arrivava “Catartica”, primo lavoro dei Marlene Kuntz: un album che urlava e scivolava nelle menti come un acido che brucia e insieme guarisce. Niente di quello che si sentiva allora nel Belpaese reggeva il confronto: i Marlene avevano occhi affilati che guardavano lontano, oltre il mare, verso New York, verso il rumore che ruggiva in quelle strade maledette, verso Seattle, dove il grunge stava ancora digrignando i denti.

Oggi un disco come “Catartica” suonerebbe nel panorama musicale odierno quasi come una bestemmia, una bestemmia che nessuno sarebbe più disposto ad ascoltare o perdonare. Eppure, ieri ad Alghero migliaia di persone si sono riunite a celebrare i 30 anni di “Catartica” tuffandosi in quel mare di suoni acidi e alieni degli inizi. I Marlene riportano in vita l’essenza di quegli
anni ’90 che ancora brucia, con una scaletta che attinge solo da tre album: “Catartica”, “Il vile” del 1996 e “Ho ucciso paranoia” del 1999.

«Ci fermiamo lì», dice Godano, perché dopo il 2000 tutto è cambiato, anche loro, e oggi parliamo del periodo che fu prima. Essenziali e brutali, i Marlene non hanno bisogno di luci scintillanti o scenografie elaborate. I loro strumenti sono l’unica scenografia che conta, quel noise che è diventato il loro marchio, il loro grido. Sembra anacronistico, lo è, ma a chi è qui non frega un cazzo.
Questa gente – il popolo dei Marlene – non cerca il nuovo, i video 3D e gli effetti CGI. Vuole le chitarre che urlano, testi crudi, suoni acidi e i Marlene che torturano le corde e lasciano che il rumore parli.

Godano, con i suoi 57 anni, si agita ancora un demonio ghignante che vive per la musica, per quel rumore che una volta l’ha salvato e ora lo fa rivivere. Il pubblico viaggia dentro ai suoi testi, con un tuffo nel passato che è gioia mescolata a nostalgia. È il ricordo di un tempo che, cazzo, era bello, ma è anche il presente di chi non vuole arrendersi. Il live parte con Trasudamerica e continua con pezzi come Canzone di domani, Gioia (Che mi do), Mala Mela, Lieve, Sonica, Ape Regina, Nuotando nell’aria. E alla fine, il grande regalo di MK. Se hai amato e ami il rock anni ‘90, a un concerto di questo tour ti divertirai. Io mi sono divertito, come tutto il pubblico. E ringrazio e ringraziamo Godano, e i Marlene, come facciamo da 30 anni, da quel Catartica del 1994 che, Cristo, sono passati 30 anni, e sembra ancora ieri. Un altro grande concerto firmato Ragazze Terribili e AlguerFestival.

Claudio Simbula, 12 Agosto 2024
Autore della foto: Claudio Simbula