Massimo Zedda incontra a Sassari gli aspiranti parlamentari SEL

«La scure di Monti è costata al Comune di Sassari 24 milioni di euro». Lo denuncia il consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà, Sergio Scavio. L’esponente sassarese del partito di Nichi Vendola si è rivolto al prossimo parlamento e al prossimo governo «affinché abbiano più rispetto per gli enti locali e per i territori, che in questa fase hanno pagato anche per colpe non loro».

Una presa di posizione perentoria, compiuta nel corso dell’incontro che ieri pomeriggio nella sala Angioy del palazzo della Provincia ha avuto per protagonista il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Il primo cittadino del Capo di Sotto si è confrontato con gli aspiranti parlamentari Silvia Doneddu, Lilli Pruna, Claudia Firino e Sergio Scavio in vista delle elezioni politiche del 24 e 25
febbraio prossimi.

«I Comuni e i cittadini sono le vittime predilette delle politiche vessatorie del governo Monti», è stata la riflessione di Massimo Zedda, secondo cui «un taglio del 19% ai trasferimenti statali significa impedire a un’amministrazione locale di lavorare per la comunità». Il sindaco si è unito all’appello di Scavio affinché «Silvia Doneddu, Lilli Pruna e gli altri che andranno a Roma sappiano favorire l’inversione di rotta».

Da Roma si dice sempre che non ci sono soldi, ma «i soldi ci sono, e sono molti, però vengono spesi male», è la dichiarazione di guerra della ricercatrice sassarese Silvia Doneddu, che aspira a conquistare con Sel un secondo seggio sardo per Montecitorio. «I finanziamenti comunitari vengono usati male, non si fanno i bandi, non si realizzano i progetti – dice Doneddu – non per l’incapacità dell’attuale classe dirigente, ma la sua cattiva volontà». Il motivo è semplice. « È più semplice gestire consenso in un Paese in cui non cambia mai nulla, non aumenta il livello di istruzione, non si mette in moto lo sviluppo e non si ipotizza alcun progetto di lungo periodo per la crescita».

Critica con Mario Monti e Silvio Berlusconi è anche la sociologa del lavoro Lilli Pruna, che con Sel punta al secondo seggio in Sardegna per palazzo Madama. «Alle nuove generazioni hanno sottratto anche l’identità professionale, i lavoratori non vengono identificati in base a ciò che fanno, ma ai loro contratti, tra co.co.co. e altri modi di definire il precariato», afferma Pruna. «Il tema dell’occupazione è centrale e bisogna parlarne seriamente – spiega – raccontando che la risorsa lavoro è scarsa hanno scatenato una guerra tra poveri che si supera solo con una riforma culturale, che coinvolga anzitutto il sistema dell’istruzione».

Sulla necessità di una rifondazione culturale si è concentrata anche Claudia Firino. «Assistiamo a un grave attacco nei confronti dei diritti, ciò che qualche anno fa era acquisito e scontato ora non lo è, e questo deriva dal fatto che sia stata tolta centralità alla persona – ha detto la candidata di Sel – ho accettato la scommessa di questo partito perché è l’unico che riporta al centro i diritti per uscire dall’attuale prospettiva economicista».

17 Febbraio 2013