Memoria negata, su lapide Porta Terra presto incisi gli altri 116 nomi

Oltre cento giovani algheresi morti nella Grande Guerra avranno il posto nella lapide di Porta Terra. L’impegno del Sindaco Mario Bruno nel corso della presentazione del libro di Raffaele Sari Bozzolo.

“Ricostruiamo la memoria e restituiamo dignità agli algheresi morti nella grande guerra che non hanno trovato spazio nella lapide di Porta Terra”. Così il Sindaco Mario Bruno, nel corso della presentazione del volume di Raffaele Sari Bozzolo “Vicini cent’anni – Alghero e la Grande Guerra ’15 – ’18”, ha voluto oggi rendere un dovuto atto di rispetto ai giovani poco più che ventenni partiti per il fronte della del 15-18 è mai più tornati. Sono ben 198 caduti algheresi, contro gli 82 che fino ad oggi risultavano ufficialmente, i cui nomi compaiono nella lapide che li ricorda nel monumento ai caduti al Portal.

“L’Amministrazione li ricorderà tutti, e lo farà con una nuova lapide che finalmente comprenda anche i 116 giovani dimenticati. È un dovere che abbiamo l’obbligo di assumerci per ricostruire memoria e verità nei confronti dei nostri concittadini”. Mario Bruno e Gabriella Esposito, Assessore alla Cultura, hanno voluto rimarcare oggi l’impegno dell’Amministrazione a porgere le scuse agli oltre cento ragazzi ( per la gran parte nati nel 1895-96 ) scomparsi nella grande tragedia della prima guerra mondiale i cui nomi sono stati dimenticati in un cassetto quando negli anni ’30 quando fu realizzata la lapide marmorea di porta terra.

Il libro di Sari Bozzolo tratta di una pagina della storia locale che, nell’anno del centenario dall’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, torna in primo piano. Ad un secolo da quel drammatico maggio 1915 “Vicini cent’anni”, racconta di Alghero, come paradigma della storia di un’intera isola; Sari Bozzolo ricostruisce il reale numero degli algheresi morti al fronte, che risultano più del doppio di quanti fino ad oggi sono ricordati nella lapide marmorea del monumento ai caduti nel centro cittadino dagli anni ’30 del secolo scorso.

Il saggio tratta delle tragiche vicissitudini dei soldati per raccontare un periodo storico particolarmente complesso, con non poche similitudini con l’attualità, partendo dalla piccola realtà algherese dell’epoca, per recuperare alla memoria collettiva anni che si rivelarono tanto duri e funesti quanto fondamentali per il futuro dell’isola e dell’Italia, come nello sviluppo politico, economico, sociale e culturale della stessa città.

L’opera è il frutto di un importante lavoro di ricerca che Sari Bozzolo ha svolto partendo proprio dalla memoria e dai documenti conservati dai privati cittadini e dell’archivio storico comunale, incrociandoli con i dati, spesso incompleti ed imprecisi, dell’Albo d’oro nazionale sommati a quelli messi a disposizione dal Ministero della Difesa.

L.P., 7 Febbraio 2015