“Mentre a Roma si chiacchiera, Saguto viene espugnata”
L'opinione di Vittorio Guillot
Mi viene da pensare a questa famosa frase oggi, giorno in cui ad un mio caro amico, a causa della pandemia, è stata rinviata alle calende greche una importante visita medica fissata 10 mesi fa! E già, infatti, mentre l’Italia è atterrata dal Covid, il nostro Parlamento, anziché prendere decisioni sui problemi della sanità e della economia, senza chiedere conto al governo del suo operato néavanzare proposte costruttive e senza neppure alzare la voce perché non gli è dato neanche conoscere i verbali del Comitato Tecnico Sanitario, discute la legge sulla ‘omotransfobia’.
Evidentemente, per i nostri parlamentari, è più giusto, o più facile, trattare dei diritti degli ‘omotrans’ che di quelli dei malati e delle aziende in crisi e dei lavoratori che rischiano la disoccupazione. Vi sembra logico e giusto? Entrando nel merito della legge, personalmente non ho niente in contrario al fatto che si riconosca agli omotrans il diritto di avere una famiglia. Mi riferisco a quella in cui sono nati. Non possono, cioè, esserne ‘espulsi’ per le loro tendenze sessuali, sempre che, anche loro ,‘onorino il padre e la madre’ e rispettino le regole della vita familiare, senza le quali ogni convivenza è impossibile. Diverso è, però, sostenere che possano formare una famiglia ‘coniugale’, magari con figli adottivi.
Infatti la natura e, per chi ci crede, Dio, ha voluto che i figli nascessero dall’unione tra un uomo ed una donna. Così pure la maturazione della personalità del figlio, che è la naturale evoluzione della sua formazione iniziata col concepimento, ha necessità della diversa caratterizzazione ed armonizzazione, derivate dal diverso sesso del padre e della madre. Mai sentito parlare del ruolo che la ‘mascolinità’ e la ‘femminilità’ dei genitori esercita sui figli?
Mi pare che, se si andasse contro questa evidenza, si danneggerebbero i ragazzini e, di conseguenza, la società. Ciò detto, non avrei alcun problema che venisse riconosciuta legalmente la convivenza tra due persone dello stesso sesso, stabilendo obblighi e diritti reciproci. Però, per cortesia, sia chiamata come si vuole, ma non ‘famiglia’. Non avrei neppure niente da obiettare che due i omotrans , conviventi o no, in privato facciano sesso tra loro. Sarebbero fatti loro e solo loro e non mi scandalizzerei assolutamente, anche se la tradizione morale cristiana li ha sempre condannati ….. almeno finora.