Merenderia, Pensiero Felice risponde agli assessori
"Noi pensiamo ad una gestione pubblica intelligente del bene, l'Amministrazione coinvolga oltre noi anche altre associazioni di volontariato"
Le considerazioni degli assessori Ansini e Salvatore, rilasciate a mezzo stampa in merito alla proposta della nostra associazione, meritano alcune precisazioni. Pensiero felice non ha chiesto una gestione diretta della “Merenderia”, anche perché le scarse risorse disponibili e il grande impegno che l’attivitá in essere comporta, i pochi mezzi e il tempo limitato per gestire direttamente una struttura con un progetto di così ampio interesse e utilitá, sono fattori non trascurabili che ci inducono alla cautela. Noi pensiamo ad una gestione pubblica “intelligente” del bene, nel rispetto delle prescrizioni della legge 37 (incremento dell’occupazione) e delle norme che impongono la valorizzazione degli immobili pubblici (esiste modo migliore per valorizzare un bene pubblico?).
Noi siamo pronti ad offrire tutto il nostro aiuto e tutte le nostre competenze, maturate in anni di servizio, gratuitamente e volontariamente, competenze proprie di un’associazione che sta rendendo alla collettivitá dei piú deboli, è bene ricordarlo, un servizio di indubbia utilitá, sostituendosi al compito delle amministrazioni pubbliche e dello stato. Nulla vieta che l’amministrazione, anzichè ricorrere banalmente al mercato, si faccia capofila per coinvolgere oltre a noi, anche altre associazioni di volontariato che possano, e soprattutto vogliano, condividere le finalità del progetto e collaborare, sempre con servizi gratuiti, per rendere possibile ciò che per il pubblico sarebbe, per via dei costi, fortemente proibitivo. Sarebbe un vero peccato perdere l’opportunità di destinare un’area cosí felice alla realizzazione di un simile progetto solo perchè non si ha il coraggio, o forse la volontà, di rompere con le prassi del passato.
Prevedere l’inserimento lavorativo di persone disabili, attraverso laboratori di integrazione fra le fasce più deboli della popolazione, e costituire le premesse per la realizzazione, in un futuro speriamo non lontano, di un centro diurno prima e di una casa famiglia poi, costruita a costo zero per l’amministrazione, con l’ausilio di famiglie, aziende, e operazioni di raccolta fondi, cosí come succede in altre realtà italiane, sembra veramente un peccato! Se perderemo questa occasione resteremo ancora più convinti che non esiste la cultura del pensare al futuro dei piú deboli e che, le regole del vantaggio economico a discapito del vantaggio sociale, sono prassi anche di questa amministrazione. Eppure questa volta vogliamo ancora sperare, vogliamo appellarci al sindaco, agli assessori, a tutti i consiglieri comunali.
Proviamo ad indire un’assemblea pubblica per discutere di un progetto di questo tipo, coinvolgendo le forze politiche, economiche, il mondo dell’associazionismo, i coordinatori del PLUS, e chiunque possa contribuire per trovare le soluzioni più idonee per dare risposte concrete alle necessità delle fasce più deboli della popolazione? Proviamo a ragionare insieme su un disegno che coinvolga tutta la comunitá senza colorazioni politiche, interessi personali, risultati economici? Proviamo ad essere uniti nel realizzare un sogno che porti la nostra città a diventare un modello di solidarietá e collaborazione spogliandoci tutti del nostro egocentrismo e pensando in termini di “noi tutti, insieme, possiamo”?