E’ morto Nicky Hayden, l’ex campione di MotoGp
L’ex campione della MotoGp aveva 35 anni, al suo capezzale c’erano il fratello Tommy, la mamma Rose e la fidanzata Jackie. Un’auto lo ha travolto mentre era in bicicletta, le gravissime lesioni interne riportate a causa del violento impatto hanno reso impossibile ogni tentativo di salvargli la vita. E’ l’ennesima vittima della strada dopo Scarponi.
Nicky Hayden è morto. Il pilota americano avrebbe compiuto 36 anni a luglio ma le gravissime lesioni riportate nell’incidente stradale gli sono state fatali. Al suo capezzale c’erano il fratello Tommy, la mamma Rose e la fidanzata Jackie, accanto a lui fin da quel giorno terribile. E’ successo tutto nel primo pomeriggio di mercoledì scorso, 17 maggio: erano le 14 quando, in sella alla propria bicicletta e in compagnia di altri amici, l’ex campione della MotoGp è stato travolto da una Peugeot a un incrocio sulla Strada Provinciale Riccione-Tavoleto.
Il corpo dello statunitense ha sbattuto sul cofano della vettura e poi è finito sull’asfalto: drammatica la scena del sinistro, con l’auto che presentava il parabrezza sfondato mentre la bici, accartocciata, era caduta in un canale ai lati della carreggiata. Le cause che hanno portato alla collisione sono ancora da accertare, la dinamica verrà ricostruita nelle prossime ore in base ai rilievi. Certo è, per il momento, che l’urto è avvenuto in posizione perpendicolare: speronato di lato.
“Stavo andando al lavoro e me lo sono trovato davanti all’improvviso dallo stop. E’ sbucato fuori a sorpresa, non l’avevo visto”. Sono state le parole del 29enne di Morciano (provincia di Rimini) che ha speronato Hayden: sottoposto ad alcoltest, è risultato negativo. Tra le cause dell’incidente potrebbe esserci stato un mancato rispetto di precedenza e della segnaletica stradale: un’indagine aperta dalla Procura di Rimini (l’uomo per adesso è indagato per lesioni stradali) chiarirà tutti gli aspetti della vicenda drammatica.
Il legale dell’autista: “Il papà vuole incontrare la famiglia di Hayden”. “Sulle modalità dell’incidente non vogliamo parlare, questo è il momento della preghiera. Era proprio in stato di panico, una cosa che non avevo mai visto”. Sono queste le parole dell’avvocato Autunno, il legale che rappresenta il 29enne coinvolto nello scontro. “Il padre del ragazzo mi ha ribadito la volontà di incontrare la famiglia Hayden”.
Hayden è apparso subito in gravi condizioni. Il pilota è stato immediatamente trasportato con il codice di massima gravità all’ospedale ‘Infermi’ di Rimini in prognosi riservata, a causa di un grave politrauma toracico e cranico. La criticità dello stato di salute e la necessità di un intervento specialistico ha fatto sì che, dopo essere stato stabilizzato, ‘Kentucky kid’ (il suo soprannome) venisse trasferito al ‘Bufalini’ di Cesena in elisoccorso. E’ rimasto in Rianimazione circondato dalla fidanzata, Jackie Marin, e dalla famiglia (madre e fratello sono giunti dagli Usa).
Lì, in quelle ore scandite dall’angoscia, le condizioni sono divenute preoccupanti e poi hanno finito col rendere impossibile ogni tentativo di recupero, di tenere aggrappato alla vita il centauro. Lì sono giunti i suoi familiari direttamente dall’America, gli sono stati accanto in quei momenti durissimi quando il report medico ha raccontato di ‘gravi danni cerebrali’ e ribadito più volte la condizione di estrema gravità del paziente.
La carriera. Dopo aver corso per anni nella classe regina delle Moto, che lo ha visto conquistare il Mondiale nel 2006 con il team giapponese (a discapito di Valentino Rossi) e gareggiare anche con la Ducati, nel 2016 Hayden ha deciso che la sua carriera sulle due ruote potesse proseguire in Superbike con il team della Red Bull Honda. Con la ‘Casa dell’ala’ ha chiuso al quinto posto nella classifica iridata. Quest’anno, invece, l’avvio di stagione non aveva riservato ancora soddisfazioni: l’americano era reduce dal 12° posto ottenuto nello scorso week-end in gara-2 del Gran Premio di Italia.
Il ricordo drammatico di Scarponi. E’ trascorso quasi un mese da quel ‘maledetto’ 22 aprile, giorno i cui perse la vita il campione dell’Astana, Michele Scarponi: il ciclista italiano venne investito da un autocarro mentre si allenava in vista del Giro d’Italia a Filottrano, suo paese natale. Più recente l’incidente nel quale è rimasto coinvolto Chris Froome: è successo il 9 maggio scorso a Montecarlo ma per fortuna del ciclista l’impatto con una macchina non ha avuto conseguenze gravi. A Misano Adriatico invece s’è consumata l’ennesima tragedia della strada.
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