Muore dopo 25 anni in coma, il figlio: “La sua è una storia di speranza”
Ventiquattro anni e sette mesi fa Francesco Ederle entrò in coma a causa di un ictus. Aveva 35 anni e due figli piccoli. La sua storia e quella di suo figlio, diventato un uomo mentre lui “dormiva”.
È stato in coma per 24 anni e sette mesi, dopo essere stato colpito da un ictus nel 1989, quando aveva 35 anni, una moglie e due figli piccoli. È stato in coma per un periodo lunghissimo, per quasi un quarto di secolo ha “dormito”, accudito dai suoi familiari, immobile nella sua casa. È la storia di Francesco Ederle, un imprenditore veronese esponente di una nota famiglia della zona, che si è spento qualche giorno fa. Quando è entrato in coma Francesco Ederle aveva due figli, Giovanni di due anni e Camilla di pochi mesi. Quei figli che non hanno di fatto conosciuto il padre ma che da lui, in questi 25 anni, hanno imparato tutto. La storia dell’uomo in coma per un periodo così lungo viene definita proprio dal figlio Giovanni “una storia di speranza”. Per Giovanni il padre era un uomo che dormiva. Che ha dormito per oltre 24 anni tra le sue colline, dove aveva aperto un agriturismo. Ma non è una storia triste: “Quella di mio padre e la nostra è una storia di speranza. La speranza che era soprattutto di mia nonna. Lei aveva una fede incrollabile. ‘Mettiamoci nelle mani del Signore’, diceva”, ricorda il figlio. “Adesso sono in tanti che mi dicono che faccio le cose come le avrebbe fatte lui”, spiega ancora.
“La sua sofferenza ha cambiato tutti noi e si è trasformata in serenità” – I figli dell’imprenditore hanno ampliato il suo agriturismo, hanno imparato a fare quanto avrebbe fatto lui. “Di lui ho tutto questo. Il suo amore per la terra e gli animali – racconta Giovanni, secondo quanto ricostruito dal Corriere – Aveva un carattere duro. Ma era un uomo semplice. Mi hanno raccontato che una volta aveva aiutato una persona, che non lo aveva neanche ringraziato. Un suo amico gli chiese se non gli dava fastidio e lui rispose che una buona azione è già un premio, per chi la fa. Questo era mio padre”. Quella con lui è stata un’esperienza impagabile, racconta ancora mentre ammette che se non avesse avuto quel padre non avrebbe imparato tante cose. Anche Andrea, uno dei fratelli di Francesco, ha parlato all’Arena di un lungo periodo durante il quale ha visto combattere lui e tutta la sua famiglia: “Ho visto la nostra mamma Annamaria Todeschini, scomparsa l’anno scorso a quasi cent’anni, stargli vicino tutti i giorni, anche nella sua casa in stradone San Fermo. È rimasta in vita così tanto a lungo per lui. La sua sofferenza ha cambiato tutti noi e si è trasformata in serenità”.
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