Natale 2013, gli italiani vogliono più lavoro e meno tasse sotto l’albero
Più opportunità di lavoro e stipendi e redditi meno gravati dal fisco. Questi, nell’ordine, sono i regali più ambiti che la maggioranza degli italiani vorrebbe dal governo per il Natale ormai alle porte. Secondo il sondaggio Confesercenti-Swg, è la stragrande maggioranza del campione intervistato – il 26,9 milioni ovvero il 56% dei nostri connazionali – a desiderare la creazione di maggiore occupazione, mentre ci sono 12,9 milioni di italiani, il 27% del campione, che vorrebbero una riduzione delle tasse per poter utilizzare al meglio le proprie risorse. Del resto, l’indagine rivela che solo il 4% degli intervistati è disposto a spendere di più rispetto al 2012, ma quasi un cittadino su due (45%) si dice condizionato da tasse e crisi. Anche per questo, il 65% è destinato a tagliare sui regali. In tutto ciò che comunque da considerare la percentuale comunque alta (il 54%) di coloro che definiscono il Natale 2013 come di speranza. In tal senso, è sopratutto la parte più anziana della popolazione (quasi il 70%) ad essere animata da questo sentimento positivo, mentre si nota meno slancio fra i giovani ventenni (51%). Allo stesso tempo, però, solo il 21%, soprattutto giovani, ritiene che sarà un Natale migliore (1% in meno rispetto al 2012) mentre scende nettamente (dal 38% al 32%) il numero di coloro, prevalentemente quarantenni, che lo ritengono peggiore.
Ad ogni modo, il sondaggio di Confesercenti-Swg traccia una situazione di malessere diffuso. Per il 24% (l’8% in più dello scorso anno) la situazione economica personale pesa sulla spesa. Al secondo posto vengono le tasse, indicate dal 21% (+3% su 2012). Stessa percentuale per chi si dice preoccupato dei prezzi (+6 rispetto al 2012), specialmente i più giovani, mentre il resto è diviso tra incertezza sul futuro (14%), erosione del risparmio (10%) e preoccupazione per il posto del lavoro (+8%). Non pochi coloro che utilizzeranno la tredicesima mensilità per pagare mutuo e conti in sospeso: ben 11, 8 miliardi, il 18,2% in più del 2012, mentre scende la quota destinata alle spese di famiglia (14,7 miliardi, -1,5%) e crolla il risparmio, a cui andranno solo 8,8 miliardi di euro, l’11,4% in meno.
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