Nel 2003 un ambizioso progetto per la concessione del porto
Nell’ormai lontano 2003, un uccellino verde mi disse che un miliardario (miliardario in termini di euro) americano, di origine greco-albanese, con grandi interessi nella Costa azzurra, aveva predisposto una richiesta di concessione demaniale dell’intero porto di Alghero. La richiesta era corredata di un piano di sviluppo che avrebbe dotato il nostro porto di servizi eccellenti per gli utenti, oltre che di ottimi servizi “generali” (es. antinquinamento, antincendio, meteorologico, etc etc etc.). Preciso che sia il Codice della Navigazione che le direttive della Unione Europea, prevedono che le concessioni demaniali marittime, comprese quelle portuali, devono essere attribuite a chi offra migliori condizioni di utilizzo del bene pubblico. Quel miliardario, perciò, aveva i requisiti per ottenere quella concessione e far fuori tutti (dico tutti, nessuno escluso) i titolari di concessioni operanti nell’ambito del porto.
Ricorrendo all’istituto della revoca (art.42 C.N.) la cosa non sarebbe stata, poi, troppo difficile. Tra l’altro il miliardario disponeva di una squadra di tecnici di tutto rispetto ed era assistito da uno staff di avvocati eccellenti. Non escludo che avesse anche solidi appoggi politici, in regione, con elementi della maggioranza e dell’opposizione. Non mandò avanti la richiesta solo perché gli si presentò una occasione migliore. Ci fu, infatti, il fallimento di una Società che gestiva un ottimo porto turistico inaltra zona d’Italia e, quindi, ritenne più conveniente richiedere la gestione di quella “marina”.
Mi chiedo se la situazione del porto di Alghero, da allora, sia sostanzialmente cambiata, in modo da contrastare effettivamente simili iniziative “forestiere” , o se si sia fatta solo aria fritta, fumo e chiacchiere. Mi chiedo se , concretamente, si stata costituita una “cabina di regia” che garantisca una gestione unitaria e la sinergia delle risorse portuali, senza le quali il nostro scalo non potrà mai costituire una “eccellenza”. Teniamo comunque conto che ha tutte le caratteristiche “geografiche e strategiche” per essere il miglior porto turistico del Mediterraneo. Perciò continua a attirare molti appetiti forestieri. Credete, a questo punto, che sia sbagliato pensare che se gli operatori economici, i sindacati e le amministrazioni, a cominciare da quella comunale, non si daranno una mossa, entro… “prima di subito subito”… per indirizzare in modo unitario la gestione del porto, questo, più prima che poi, finirà nelle mani di persone estranee al nostro tessuto sociale?
Il porto , probabilmente, diventerebbe più efficiente di quanto non lo sia oggi (…. non che ci voglia molto!) ma darebbe lavoro soprattutto a tecnici e maestranze non algheresi. Non pensate che agli algheresi resterebbe, ancora una volta, solo il fiato per ululare, come i cani alla luna? Dubitate che salterebbe fuori qualcuno che, sventolando le bandiere giallo-rosse, strillerebbe di essere stati scippati da qualche orribile “capitalista, imperialista e colonialista”? Se succedesse un fatto del genere, non farebbero, invece meglio, costoro, a recitare il “mea culpa” e a battersi il petto con pietre più grosse delle pale di cannone?… A proposito, che fine hanno fatto i cannoni che un tempo facevano bellavista presso la torre di Sulis?