“Nel 2013 a rischio altri 123mila posti di lavoro”
Drammatiche, le stime del rapporto Cisl sull’industria: in Italia ci sono altri 123mila posti di lavoro a rischio nel 2013, dopo i 674mila persi nel corso del quinquennio 2008-2014. Il Paese ha perso il 2,4% di occupazione, il 6% di Pil, il 4,3% di consumi famiglie, il 20% degli investimenti. Allarme lanciato dal rapporto Cisl sull’Industria. “Rischiamo di diventare una Repubblica fondata sul non lavoro” commenta il segretario Raffaele Bonanni. Il “bollettino di guerra” stilato dal X Rapporto Cisl “Industria, contrattazione e mercato del lavoro” riferisce che solo le esportazioni hanno mantenuto i volumi del 2008 e inoltre che l’industria, con meno 415.485 occupati, ha perso l’8,3%, le costruzioni, con meno 259.293 occupati, hanno perso il 13,2% degli addetti.
Annunciano esuberi o eccedenze anche aree considerate solidamente “protette” come Ministeri (7.576), Enel (4mila), Poste (oltre 3mila), Finmeccanica-Selex (2.529), settore bancario (20mila posti di lavoro persi tra il 2008 e il 2011, altri 20.000 a rischio fino al 2017). La conferma come il presunto recinto di “protezione” dei contratti standard sia sempre più messo in discussione. Secondo l’annuale Rapporto Cisl, la stima dei lavoratori equivalenti a forte rischio occupazionale per l’industria e le costruzioni tocca già le 123.130 unità. Nei primi tre mesi del 2013 la tendenza alla riduzione delle imprese attive peggiora ancora, nettamente. Si tratta del peggior primo trimestre rilevato all’anagrafe delle imprese Unioncamere dal lontano 2004, con un tasso di crescita negativo del – 0,51% (diminuzione delle iscrizioni rispetto allo stesso periodo del 2012 (118.618 contro 120.278) e balzo in avanti delle cessazioni (149.696 contro 146.368).
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