Neria de Giovanni alla presentazione del Pirandello “sciamano” di Pierfranco Bruni
La scrittrice algherese, presidente dell'Associazione Internazionale dei Critici Letterari, e Francesco Mercadante, Presidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani, discuteranno con l'autore durante l'appuntamento in programmail 30 marzo a Roma presso l'Istituto di studi pirandelliani
Il 30 marzo a Roma, alle ore 18, presso l’Istituto di studi pirandelliani, via Antonio Bosio 13, si terrà la presentazione del libro “Luigi Pirandello – Il tragico e la follia” di Pierfranco Bruni, saggista e scrittore, vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani, nonché studioso delle Etnie Mediterranee presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Ne discuteranno con l’autore: Francesco Mercadante, Presidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani e Neria De Giovanni, Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari e direttore editoriale della Nemapress la Casa Editrice che ha pubblicato il libro.
Un saluto ai partecipanti sarà indirizzato da Umberto Croppi, Consigliere dell’Istituto e Presidente di Federculture Servizi. Verrà proiettato un video su Pirandello a cura di Anna Montella. Un Pirandello atipico e speciale quello che Pierfranco Bruni ci presenta in questo saggio, come è nello stile controculturale e spettacolare dell’autore, che grazie alla sua sensibilità e profondità di studioso chiama in causa direttamente la nostra intelligente curiosità quando affonda il suo sguardo critico su accostamenti a prima vista molto coraggiosi o addirittura arrischiati: Pirandello sciamano, Dante in Pirandello, le radici arabe, tra Occidente e Oriente, ecc..
Pirandello, la cui lettura ci aiuta a capire le nostre inquietudini, le angosce ma anche le utopie, le follie e le speranze, in questo libro di Bruni viene trasportato in una visione “sciamanica” della vita, perché scende nelle caverne del proprio essere e ne risale con la consapevolezza di aver oltrepassato i limiti della follia. Una follia vista non tanto come elemento negativo, quanto come elemento fondamentale della condizione umana con la quale fuggire la propria angoscia e il proprio dramma, come estremo rifugio per potersi salvare dalla tragedia dell’esistenza.