No allo sfruttamento del territorio per la causa del geotermico
L’Unione dei Comuni dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas e il presidente Gianfranco Satta si esprimono con fermezza riguardo il problema legato alle concessioni per lo sfruttamento del geotermico sul territorio. «Come presidente dell’Unione dei Comuni dell’Anglona e Bassa Valle del Coghinas, supportato con convinzione da tutti i sindaci del nostro territorio, intendo esprimere massima e grave preoccupazione in merito alla possibilità che la Regione Sardegna rilasci permessi di ricerca legati alle risorse geotermiche presenti nel nostro territorio per la produzione di energia elettrica». Questo il pensiero di Gianfranco Satta, sindaco di Tergu e presidente dell’Unione dei Comuni. Un pensiero comune e condiviso da tutti i primi cittadini dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas, un grido d’allarme lanciato all’unisono che punta ad arrivare al nocciolo del problema, al potere decisionale, alla popolazione.
«Nell’ambito delle nuove politiche energetiche la geotermia ha acquisito nuova e rilevante importanza. Per questo oggi la produzione diretta di energia elettrica da fluidi gotermici, e i relativi incentivi, attirano l’attenzione di profittatori e speculatori di ogni genere che sfruttano la nostra risorsa non certo a vantaggio della collettività» afferma con decisione Satta che dalle semplici parole passa ai dati e alle cifre: «In Italia abbiamo ben 108 procedimenti in corso finalizzati ad ottenere permessi di ricerca. In Sardegna sono 7, per una superficie di 1490 chilometri quadrati di cui 300 nel solo territorio dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas – spiega il presidente dell’Unione dei Comuni -. Nel 2011 l’Unione dei Comuni, insieme al dipartimento di Scienze Botaniche Ecologiche e Geologiche dell’Università di Sassari ha presentato formale richiesta di permesso alla Regione Sardegna con relativo piano dei lavori e annesse relazione tecniche, ambientali e geologiche. Una proposta concorrenziale rispetto ad altro progetto presentato per la stessa area da una multinazionale».
Una soluzione unica nel suo genere quella proposta dall’Unione dei Comuni: «Il fatto di essere stati l’unico soggetto pubblico in tutta Italia fra i 108 sopra citati ha certamente destato non poco scalpore, dato che si parlava di un Ente pubblico che mirava a verificare e, possibilmente, a quantificare la risorsa geotermica nell’area che vedeva coinvolta l’associazione dei Comuni che rappresento – prosegue Gianfranco Satta -. Unione dei Comuni che, in caso di esito positivo, intendeva promuovere, in compartecipazione con compagnie dotate di mezzi tecnici e finanziari adeguati, lo sfruttamento della risorsa geotermica al fine di generare sviluppo e occupazionale sul territorio».
Non c’è però ancora un lieto fine alla vicenda: «Per la Regione Sardegna la nostra richiesta di permesso allo sfruttamento della risorsa geotermica non può essere accolta perchè, per l’Istituzione, non possediamo una adeguata capacità tecnico-finanziaria – chiude il presidente -. Come Unione dei Comuni non ci arrendiamo. Sulla base delle linee guida pubblicate a ottobre del 2012 dall’Assessorato Industria, la Regione prima di rilasciare la concessione deve indire una Conferenza di Servizio che coinvolga gli enti interessati. Noi sindaci siamo pronti alla battaglia: sarà dura ma siamo anche pronti alla mobilitazione».