Non sparate sul soldato PD
Le fibrillazioni che da alcuni mesi travagliano la maggioranza alla guida della città devono trovare presto un riequilibrio fisiologico, pena il disorientamento dei nostri elettori e della città, la quale attende quel cambio di marcia promesso in campagna elettorale e che tarda ad arrivare. Non si può dire, però, che la questione delle nomine delle società partecipate e del loro costo per il bilancio comunale in tempo di crisi economica sia un tema secondario, in particolare per una coalizione che ha fatto del cambiamento e della moralizzazione della politica un pilastro fondante del proprio programma. Probabilmente altre colazioni, magari di centro-destra, meno sensibili all’argomento, avrebbero glissato e teso a risolvere, dentro le segrete stanze del potere, l’attribuzione degli incarichi di sottogoverno. Va dato merito, invece, alla maggioranza alla guida della città e al suo Sindaco, di aver affrontato la questione alla luce del sole, senza travestimenti o infingimenti degni del passato, aprendosi ad una discussione a tutto campo, a volte aspra, ma che ora deve essere portata a conclusione con una sintesi che esalti la politica e che rimetta al centro i problemi della città.
In una fase così tormentata della vita del paese, con elezioni politiche imminenti e regionali a breve, dopo la straordinaria prova di forza che il popolo della sinistra ha dato con le Primarie nazionali e che ancora sarà chiamata a dare per le primarie dei parlamentari, non si può regalare nemmeno un metro di campo a chi non aspetta altro che la sinistra – ritornata prepotentemente forza di governo nazionale – inciampi nelle vecchie divisioni e in lotte fratricide fuori dal tempo. Nel merito, il segretario Bersani è stato lapidario: a chi gli ricorda i fallimenti del passato, lui evidenzia la novità del presente, ovvero, la presenza attiva e radicata nella scena politica italana del PD, come garanzia di democrazia e di stabilità delle coalizioni di governo. Oggi, il Partito Democratico rappresenta l’architrave non solo del centro-sinistra, ma dell’intera democrazia politica nel nostro paese, l’unico partito ancora capace di mobilitare migliaia di volontari, giovani e meno giovani, di organizzare elezioni perfette con milioni di partecipanti, di tenere aperte le sezioni e di ridare un senso alla buona politica. Un partito che ha già aperto al rinnovamento generazionale, e che ancora di più lo farà, ma con la convizione che le esperienze e le capacità maturate in una vita di impegno politico, sono una ricchezza alla quale non si può rinunciare. Non vorrei che le superabili vicissitudini locali facessero perdere di vista questo fatto e gettassero nella confusione il nostro popolo. Noto, infatti, negli ultimi tempi, quasi un continuo tiro al bersaglio, uno sparare al soldato PD, sempre in trincea, e ad alcuni suoi membri, compreso il segretario, sul quale si vogliono far riversare le responsabilità della verifica e anche qualcos’altro. Tutti sanno che non è così, che la verità sta nel mezzo, e che certo tifo da stadio sarebbe bene lasciarlo agli ultrà. La soluzione, a portata di mano, sta nell’assunzione di responsabilità a tutti i livelli e nella stella polare dell’interesse generale a cui giustamente guardano con attenzione i cittadini algheresi.