Nulvi, fuga dal PD
Quando abbiamo concorso alla nascita del Partito Democratico, lo abbiamo fatto con entusiasmo e orgoglio, credevamo che la nuova casa dei progressisti non avrebbe più consentito i vecchi metodi spartitori delle correnti ma favorito la nascita di una classe dirigente giovane e capace privilegiando le capacità e non le varie provenienze. Questi sono stati i motivi del nostro impegno e all’interno di questo abbiamo operato, cercando di coinvolgere tutti, rispettando le regole e facendole rispettare. Il nostro partito ha comunque vinto le elezioni comunali del 2010 nonostante il disimpegno di alcuni dirigenti che nell’ombra hanno barattato il loro sostegno con componenti di altre liste e magari ora si propongono come nuovi messia. Il segretario del circolo di Nulvi (tenendo fede a quanto dichiarato al momento dell’accettazione dell’incarico) dopo le elezioni amministrative si è dimesso e si è dimesso per favorire quel ricambio generazionale che ritenevamo e continuiamo a ritenere indispensabile non solo a Nulvi. Dov’era in questi tre anni la direzione provinciale del partito? A chi dobbiamo adesso quest’improvviso decisionismo? A chi e a cosa serve? Si può convocare una riunione con questi argomenti senza un qualcosa di preparatorio? Noi pensiamo di no. Noi avremmo voluto altro. Noi avremmo voluto un PD con delle regole chiare e trasparenti. Noi avremmo voluto che il nucleo centrale del partito avesse lavorato per formare una nuova classe dirigente. Noi avremmo voluto un dialogo sui temi. Noi avremmo voluto un programma di Governo capace di risolvere i problemi nazionali e della Sardegna. Noi avremmo voluto che i problemi di Nulvi si fossero affrontati tre anni fa e non prima delle primarie che lo stesso PD, pare, non voglia. Avremmo voluto l’esatto contrario di quello che è. Per questo continueremo a fare la nostra politica senza sottostare a regole finte e di parte, a schemi decisi per salvaguardare equilibri di corrente. Continueremo a fare politica fuori da un PD che ci ha illuso; continueremo a farla dentro la vita di ogni giorno, nel nostro lavoro, cercando di dare l’esempio, quello che il PD e i suoi dirigenti non è stato in grado di dare a noi. Queste considerazioni ci pongono una domanda molto seria: possiamo continuare a militare in questo partito? La risposta è venuta spontanea: NO. Abbiamo comunque deciso di concedere il beneficio del dubbio, pertanto a partire da oggi le persone in elenco si autosospendono dal Partito Democratico e per evitare turbative non parteciperemo alla riunione del circolo di Nulvi, convocata dalla segreteria provinciale.