“Nuovo Piano Casa e Ambiente, serve riflettere”
L'opinione di Mimmo Pirisi, consigliere comunale Partito Democratico
Il dibattito in corso in queste settimane in tutta la Sardegna sull’opportunità di approvare un nuovo piano casa, a maglie larghe, con l’intento mal celato di occupare sempre di più spazi del nostro territorio, particolarmente pregiati e ambiti e fino ad oggi salvaguardati da norme regionali e nazionali utilizzando lo slogan “più lavoro per tutti e più competitività per le nostre strutture turistiche” se non anche addirittura cavalcando la pandemia, assestano un colpo definitivo all’ambiente Sardo. Ed è questo ci deve far far riflettere, e ci dobbiamo interrogare sul modello economico turistico, ambientale e agricolo, che vogliamo per la nostra isola. Non solo a parole e slogan. Se ancora oggi la nostra isola è posizionata nei primi posti della classifica dei luoghi da visitare, e nei quali soggiornare, e’ proprio perché quasi sempre la scelta della tutela ambientale fatta dai nostri amministratori ed imprenditori, è risultata vincente. Nei pochi casi invece dove si è permesso di distruggere il territorio nel nome dell’occupazione e del dio mattone ha avuto dopo pochi anni di inconsistente benessere, la creazione di cattedrali nel deserto, dei veri e propri scempi ambientali, e nelle nostre coste algheresi ci sono esempi eclatanti. Ora ancora di più si vuol permettere il frazionamento dei terreni e la possibilità di far costruire anche in porzioni piccolissime di terreno ai non imprenditori agricoli, questo non vuol dire aiutare il settore agricolo, ma distruggerlo definitivamente.
Anche su questo il nostro territorio e pieno di esempi. Se questo è il modello di sviluppo che questa Amministrazione Regionale vuole dare alla Sardegna e ai Sardi, si sappia che fra pochi anni, dopo l’ennesimo sfruttamento del suolo, saremo punto e a capo, con una certezza: saremo tutti più poveri e non potremo tornare indietro. Come del resto difficilmente potrà tornare indietro la proprietà del Capo Caccia dopo aver polverizzato centinaia di piante arboree intoccabili presenti in quell’area SIC, dentro Il Parco di Porto conte. Per la quale cosa organi giudiziari e non i “talebani”stanno verificando responsabilità. Ecco perché al netto di tutte le polemiche e posizioni di parte, la disponibilità a rivedere le norme attuali sia nelle corde anche dei “cosiddetti” definiti da alcuni in maniera sprezzante “talebani” . Questo però deve avere insita la garanzia che tali modifiche portino realmente benessere, reale e duraturo alla nostra isola e ai suoi abitanti, rendendola più competitiva, strutturalmente all’avanguardia, ecologica e appetibile al turismo mondiale, e non creino solo un effimero momento di sollievo e di benessere, per poi ritrovarci dopo qualche anno al punto di partenza, alla ricerca di un nuovo Piano.