NUR, al via il festival organizzato dal Teatro d’Inverno
Presentato questa mattina il festival organizzato dal Teatro d'Inverno in programma da giovedì 16 luglio fino al 27 agosto al Nuraghe Palmavera di Alghero. L'evento è inserito nel cartellone di "Alghero, finalmente vacanza" promosso dal Comune di Alghero con la Fondazione Alghero
Il fascino e la potenza evocativa del teatro tra memoria e identità con NUR – il festival organizzato dal Teatro d’Inverno in collaborazione con la cooperativa S.I.L.T. al Nuraghe Palmavera di Alghero – con la direzione artistica di Giuseppe Ligios – e incastonato nel cartellone di “Alghero, finalmente vacanza” promosso dal Comune di Alghero insieme con la Fondazione Alghero per ridare il via all’intensa estate sulla Riviera del Corallo. NUR è la prima azione di ripartenza artistica legata al progetto “TxT, teatro per tutti” promosso dal bando “Culture Lab” _ POR FESR 2014-2020 della Regione Autonoma della Sardegna. NUR 2020 si inserisce nel progetto Intersezioni / rete di festival senza rete a cura di Fed.It.Art Sardegna, che riunisce sei compagnie isolane – oltre al Teatro d’Inverno di Alghero, Abaco Teatro (Monserrato), Bocheteatro (Nuoro), L’Effimero Meraviglioso (Sinnai), Teatro del Segno (Cagliari) e Teatro Tragodia (Mogoro) – e i rispettivi festivals con spirito di solidarietà sul modello de “s’agiudu torrau” – sotto l’egida della rete nazionale di Fed.It.Art. (Federazione Italiana Artisti). Intersezioni traccia i suoi itinerari culturali legando in un unico ordito le “trame” originali di “Libertà d’Espressione” a Mogoro e “Giardini Aperti” tra Sanluri, Donori, Quartucciu, Monserrato e Torre delle Stelle (Maracalagonis), NUR ad Alghero e “Il colore rosa” a Sinnai, “Palcoscenici d’Estate” ad Allai e “Percorsi Teatrali” a Santu Lussurgiu e Cagliari, “Note a Margine” e “Patapum Festival” a Nuoro.
Fin dal titolo in cui risuona l’eco di una lingua dimenticata e di un’antica civiltà fiorita sull’Isola al centro del Mediterraneo NUR rimanda alle «radici più profonde, fatte di vento di terra e di pietre , dell’arte e della cultura della Sardegna» – spiega Giuseppe Ligios – e non a caso sceglie di “abitare” uno dei luoghi più significativi del territorio, preziosa testimonianza del passato: il suggestivo complesso nuragico di Palmavera». La kermesse rappresenta un ideale ponte fra memoria e futuro, fra le architetture dell’età del bronzo e i moderni linguaggi della scena: «L’incertezza e la precarietà dell’arte incontrano la forza antica delle mura delle torri nuragiche, che diventano simbolo di resistenza alle avversità a fronte della fragilità umana. Riflettori puntati su un baluardo, una fortezza di pietra che dal 16 luglio al 27 agosto diventa scenario per sette storiche compagnie teatrali sarde le cui storie si intersecano in una rete pulsante che attraversa da nord a sud la nostra Isola» prosegue il direttore artistico. E sottolinea: «NUR non cerca connotazioni di genere, non vuole etichette ma è piuttosto un invito ad esserci, a partecipare, a ritrovarsi nel piacere di condividere un luogo, assaporare la bellezza di un racconto, il profumo di una storia che appartiene a noi tutti».
Il festival inizia giovedì 16 luglio alle 21 con “Ottavio Bottecchia. Vite in volata” di Abaco Teatro, ispirato alla figura del campione del ciclismo due volte vincitore del Tour de France, scritto e interpretato da Tiziano Polese in scena con Rosalba Piras (che firma la regia) tra situazioni drammatiche e grottesche sullo sfondo dell’Italia e dell’Europa del primo Novecento, mentre domenica 26 luglio alle 21 è la volta de “Su Muru Prinzu / ovvero Costantino Nivola in scena” del Bocheteatro, dalle “Memorie di Orani” in cui lo scultore, pittore e disegnatore, amico di Le Corbousier, rievoca la Sardegna amara e bellissima della sua infanzia e giovinezza, nell’adattamento teatrale di Paolo Puppa, con Giovani Carroni (sua anche la regia) e le musiche di Battista Giordano per un intrigante ritratto d’artista.
In cartellone giovedì 30 luglio alle 21 la favola de “Il Gatto dagli stivali” del Teatro d’Inverno con adattamento e regia di Giuseppe Ligios, anche protagonista insieme con Gianfranco Corona e Giuseppe Caragliu, per una moderna rilettura della storia del figlio del mugnaio e della singolare eredità ricevuta dal padre, un intraprendente felino capace di condurre il suo padrone fino alla corte del re e domenica 2 agosto alle 21 spazio a “La moglie di nessuno” de Il Crogiuolo, con drammaturgia e regia di Virginia Martini, per un omaggio a Joyce Lussu, poetessa e scrittrice, nonché apprezzata traduttrice, impegnata nella difesa dei diritti civili e dei popoli oppressi, attraverso la pièce originale, interpretata da Rita Atzeri, che racconta un difficile rapporto madre-figlia tra conflitti generazionali e desiderio d’emancipazione.
Teatro Tragodia mette in scena domenica 9 agosto alle 21 “Piriciò est dottori sì o no?” di Virginia Garau, che firma anche la regia della divertente commedia, liberamente tratta da “Le Médecin malgré lui” di Molière e interpretata da Caterina Peddis, Carmen Porcu, Daniela Melis, Nigeria Floris, Ulisse Sebis e Gino Betteghella tra beghe coniugali e guarigioni “miracolose” e l’indomani, lunedì 10 agosto alle 21, appuntamento con il Teatro d’Inverno per “ITIS Galileo. Un minuto di rivoluzione!” dal fortunato monologo di Marco Paolini, con adattamento e regia di Giuseppe Ligios e Gianfranco Corona in scena, per un «viaggio nella vita di Galileo Galilei», il grande matematico, astronomo e filosofo che «ha avuto il coraggio di credere nelle proprie intuizioni, supportate da tanto studio, continue ricerche, infinite osservazioni e sperimentazioni» al punto di stravolgere la visione dell’universo.
S’intitola “Son tutte belle le mamme del mondo?” lo spettacolo de L’Effimero Meraviglioso con Miana Merisi e Luigi Tontoranelli che domenica 16 agosto alle 21 sulle note del pianoforte di Corrado Aragoni sfogliano un’antologia di testi e canzoni “a tema”, per indagare le molteplici sfumature e le contraddizioni della maternità con la regia di Maria Assunta Calvisi. Infine giovedì 27 agosto alle 21 NUR si chiude fra parole e musica con “Baroni in Laguna” del Teatro del Segno, ovvero “Appunti sul Medioevo in un angolo d’Italia a metà del XX secolo”, dal saggio-inchiesta di Giuseppe Fiori, con adattamento e regia di Stefano Ledda, anche protagonista sulla colonna sonora di Andrea Congia (chitarra) e Juri Deidda (sassofoni), per un’appassionata cronaca della lotta dei pescatori di Cabras contro le vessazioni di un regime feudale, che li imprigiona in uno stato di arretratezza e miseria.
L’edizione 2020 del festival NUR si svolgerà in una situazione particolare, con la necessità di conciliare il piacere della visione e dell’ascolto alla tutela della salute: «La scelta del luogo non è casuale. Già in passato il sito Palmavera si è rivelato un luogo ideale per interventi artistici grazie alla suggestione che emana» – ricorda Giuseppe Ligios -. «Ancora più importante oggi la sua collocazione fuori del centro abitato e gli ampi spazi a disposizione che consentono di progettare eventi artistici rispettosi delle vigenti norme di sicurezza sanitaria e di distanziamento, offrendosi come teatro naturale per artisti e spettatori».
L’accesso al pubblico sarà contingentato e data la capienza massima di 100 posti a sedere, è previsto l’ingresso previa prenotazione al numero 333.8578630 o alla e-mail [email protected] Il festival NUR 2020 è organizzato dal Teatro d’Inverno in collaborazione con la Coop. S.I.L.T. di Alghero, che cura la gestione del sito “Nuraghe Palmavera”, e si inserisce fra le iniziative del ricco cartellone di “Alghero, finalmente vacanza” promosso dal Comune di Alghero insieme con la Fondazione Alghero. NUR è la prima azione della “ripartenza” del progetto “TxT, teatro per tutti” promosso dal bando “Culture Lab” _ POR FESR 2014-2020 della Regione Autonoma della Sardegna e fa parte del “circuito virtuoso” di Intersezioni / rete di festival senza rete a cura di Fed.It.Art Sardegna.