Oggi a Oristano il jazz nordico di Nils Petter Molvaer
Soffia un vento di note dal nord Europa, sulla quindicesima edizione del Dromos Festival. Oggi 3 agosto, alle 22 luci puntate sul palco del Giardino del Seminario di Oristano, per il concerto del trombettista norvegese Nils Petter Molvaer, profeta, pioniere e ambasciatore nel mondo delle nuove tendenze del jazz nordico. Il musicista scandinavo approda in Sardegna alla guida di un trio che schiera Jan Bang ai live sampling e Vladislav Delay alla batteria per chiudere un trittico di serate musicali nella città di Eleonora aperto dal piano solo di Stefano Bollani e proseguito con Al Jarreau Prima e dopo il concerto di Nils Petter Molvaer (biglietto a 10 euro), spazio alla musica del Mal Bigatto Quartet, progetto nato dall’incontro di quattro musicisti sardi – Antonio Farris (contrabbasso, elettronica), Giuseppe Joe Murgia (sax soprano e contralto, elettronica), Matteo Carrus (pianoforte, tastiere, elettronica) e Alessandro Garau (batteria, percussioni, loop) – che attraverso l’improvvisazione radicale, il jazz, il rock e la musica elettronica si ispirano al poema di T.S. Eliot “The Waste Land”.
Classe 1960, Nils Petter Molvaer sa bene come congiungere generi e stili differenti – jazz, ambient, house, elettronica, hip hop, rock – e rimodellarli con naturalezza in paesaggi sonori di profonda intensità. Lasciata nel 1979 l’isola natia, Sula, per andare a studiare al conservatorio di Trondheim, ha iniziato a sviluppare il suo inconfondibile stile. Il suo interesse per le sonorità acustiche come per quelle elettroniche, unite a una camaleontica capacità di gestire le caratteristiche, spesso opposte, di generi differenti, gli hanno aperto presto le porte della scena musicale norvegese. Durante la sua militanza nel gruppo Masqualero viene presentato a Manfred Eicher, il patròn dell’etichetta ECM, che lo inserisce nella scuderia della sua prestigiosa casa discografica. Il suo cammino musicale lo ha portato ad attraversare una grande varietà di stili e situazioni: ha sperimentato insieme a musicisti del calibro di Bill Laswell, Sidsel Endresen e Eivind Aarset. Il suono di Molvaer è molto individuale e ben riconoscibile, influenzato dalla poesia della natura scandinava come dall’elettronica ma anche dalle esperienze di colleghi e predecessori illustri come Miles Davis e Jon Hassell. Un suono così originale che, ascoltandolo suonare, è facile dimenticare che il suo strumento è una tromba.