«Puligheddu mi attacca per il mio No a linguaggio di genere? Mi faccia sospendere dal gruppo»
L'opinione di Marcello Orrù, Consigliere regionale Gruppo Partito Sardo d’Azione e Presidente Movimento Cristiano Forza Popolare,
Ho letto divertito le reazioni alla mia proposta di abolizione dell’art.6 bis del disegno di legge n.254 (convertito in legge nr. 24 del 20 ottobre 2016, ndr) che introduce l’obbligo per la Regione Sardegna di utilizzare il linguaggio di genere nei procedimenti amministrativi. Ho deciso di presentare tale proposta di modifica perché sono fortemente convinto che l’utilizzo delle parole ‘sindaca, ‘assessora’ e cosi via dicendo sia una scelta sbagliata sia a livello politico ma anche un obbrobrio linguistico e grammaticale. Non è in tal modo che si rispetta il ruolo della donna nella società e – lo ribadisco – tale scelta semmai espone al ridicolo la nostra Regione che, unica in Italia, ha adottato una simile decisione ascoltando i consigli della presidente della Camera Boldrini che ormai non perde occasione per esternare la sua opinione favorevole all’utilizzo del linguaggio di genere”.
Vedo che tra le nuove pasdaran del linguaggio di genere si è inserita anche Carla Puligheddu, consigliere nazionale del Psd’az e presidente dell’associazione donne sardiste che, dal periodico on line La donna sarda mi attacca dandomi del retrogrado e invitandomi a non accompagnare tale mia proposta al marchio del Psd’az. Alla signora Puligheddu ribadisco due concetti: 1) non appartengo al Psd’az e sono stato eletto nelle sue liste come indipendente contribuendo con i miei 4000 voti alla crescita del “suo” partito e alla elezione di altri due consiglieri regionali e poi contribuendo alla costituzione del gruppo consiliare del Psd’az; 2) non appartengo al Psd’az e sono presidente del Movimento Cristiano Forza Popolare
Fatte tali precisazione, invito la signora Puligheddu nella veste di dirigente nazionale del Psd’az, e visto che è una grande mente politica e mi considera retrogrado e incompatibile con le idee e le battaglie sardiste, di impegnarsi a fondo affinché il Partito sardo d’azione mi sospenda dal gruppo sardista in Consiglio Regionale, così sarà più contenta e soddisfatta. Invece, rivolgendosi alla sua veste di presidente dell’Associazione donne sardiste, la inviterei a fare un sondaggio sul tema linguaggio di genere tra le donne del suo partito che, in tantissime, in privato e in pubblico, mi hanno manifestato il loro apprezzamento e sostegno per la mia presa di posizione.