“Perchè cambiare i nomi delle strade?”
L'opinione di Vittorio Guillot
Qualche tempo fa visitai il ‘Museo del Comunismo’ di Praga. Non mi piacque. L’avrei chiamato, piuttosto,’ Museo dell’anticomunismo’ perché raccontava solo le malefatte di quel terribile regime ma niente di ciò che fece di positivo, per quanto ciò fosse poco e scadente. Il fatto è che il passato, tutto il passato, anche quello più detestabile, fa parte della Storia ed entra nella cultura di un popolo. E’, poi, mia convinzione che sia falso il manicheismo, per cui il torto ed il male stiano sempre e solo da una parte ed il bene la ragione solo e sempre dall’altra. Perciò sono contrario alla rimozione non solo dalla memoria ma anche dei simboli che rappresentano una certa epoca che, la si giri come si vuole, lascia sempre un segno nel DNA collettivo. Va da se che, pur essendo io cattolico ed anticomunista, considererei criminale, ad esempio, la eliminazione dei simboli della Roma pagana o della Turchia islamica o la cancellazione delle vie nostrane dedicate a Gramsci od a Machiavelli che, assieme a Gentile e qualunque sia la nostra convinzione etica e politica, sono un patrimonio della nostra cultura nazionale.
Trovo, quindi, assurdo il comportamento di quel sindaco sardo che, preso da una furia degna di un rivoluzionario da salotto, ha voluto ‘sbattezzare’ le vie dedicate a personaggi del regno sabaudo. Non diversamente agì il fascismo quando ‘sbattezzò’ le vie intestate a personaggi mal visti dal regime. Questo comportamento, piuttosto, lo trovo in sintonia con l’integralismo musulmano, che ha distrutto gli antichi monumenti della Siria e quelli buddisti dell’Afganistan, per cancellare il passato, come che la storia in quelle terre fosse cominciata solo con la conquista islamica. Perciò, pur ragionando secondo una logica ‘laica’, sono contrario alla rimozione del Crocefisso dai nostri uffici pubblici, dato che i valori cristiani sono una componente, credo la più importante, della nostra identità popolare. Per simili ragioni sono anche contrario alla cancellazione delle vie intitolate a certi personaggi del Regno di Sardegna che, in passaggi successivi, si trasformò in Regno d’Italia e nella nostra Repubblica.
Francamente non mi pare che i sovrani sabaudi siano stati peggiori di altri che nello stesso periodo regnarono in altre parti d’Italia. Se leggiamo la storia della nostra Isola, possiamo constatare che anche i Savoia fecero qualcosina di positivo per la nostra terra, anche se fu molto poco e se da quella famiglia reale non ne venne fuori qualcuno particolarmente moderno e ‘illuminati’ ed innovatore, come certi Lorena di Toscana o Carlo III° di Napoli. Personalmente detesto Vittorio Emanuele III° ma attribuisco a piccineria ed a faziosità la rimozione delle vie dedicate a suo nonno, Vittorio Emanuele II° e a Cavour che, fra l’altro, estesero il regno di Sardegna a grandissima parte della Penisola italiana.
Ovviamente, affermare che debbano essere ricordati pure con l’intitolazione di vie i sovrani sabaudi non significa essere necessariamente monarchici. Infatti penso che, al di là delle etichette, nel dare una valutazione ‘politica’, occorra considerare se l’insieme delle istituzioni ed i poteri che si vogliono attribuire a chi le incarna rispondano concretamente ed in modo adeguato alle esigenze di un popolo. In questa ottica, io preferirei essere suddito del re di Svezia che cittadino della repubblica di Cuba o di quella delle banane ma, al contrario essere cittadino della repubblica svizzera piuttosto che suddito del re dell’Arabia.