Piano di riorganizzazione della sanità territoriale, Nieddu incontra i sindacati
"La pandemia ha accentuato la necessità di una riforma della Sanità territoriale, che alla Sardegna manca da prima che il virus arrivasse sul nostro territorio" afferma l'assessore
Proseguono gli incontri sul Piano regionale di riorganizzazione della medicina territoriale, promossi dall’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu. Il documento, già oggetto di un confronto con i vertici delle aziende sanitarie e delle Assl nel primo appuntamento avvenuto nei giorni scorsi, è stato presentato ai sindacati.
“Quella che abbiamo realizzato – dichiara l’assessore Nieddu, in riferimento al Piano – è una bozza tecnica di condivisione, non un documento scolpito nella roccia. Quella che andremo ad adottare è una riforma che andrà a ridisegnare una parte fondamentale del sistema sanitario sul nostro territorio. Per questo stiamo coinvolgendo tutti i portatori di interesse, che sono così chiamati a partecipare attivamente al confronto. La Sardegna ha bisogno di un nuovo modello di assistenza e di cure che guardi alle nuove esigenze e al futuro, ma nulla sarà calato dall’alto. L’obiettivo è quello di mettere assieme le osservazioni e apportare eventuali correttivi prima che la proposta inizi il suo percorso istituzionale”.
La bozza del Piano, che parte dalla fotografia dell’attuale situazione dell’assistenza e delle cure in Sardegna, descrive un modello nuovo che punta a superare il dualismo territorio-ospedale: “Nel modello che proponiamo – spiega l’esponente della Giunta – la centralità è data al cittadino e ai suoi bisogni d’assistenza. Cambiano le logiche della presa in carico del paziente. Non sarà più il cittadino a doversi orientare all’interno del sistema sanitario, ma sarà il sistema a prendere in carico il paziente e a tracciare il percorso assistenziale più appropriato, rendendo più efficace la risposta e più efficiente l’intera macchina sanitaria”.
“La realizzazione di una struttura di coordinamento deputata ad accompagnare i cittadini nei loro bisogni d’assistenza – precisa l’assessore – e di strutture intermedie, come le case e gli ospedali di comunità, nonché l’implementazione delle tecnologie di telemedicina e telerefertazione, la centralità dei distretti, con obiettivi e risorse, il potenziamento dei servizi 116 e 117, oggi attivi in via sperimentale, da affiancare al servizio 118 dedicato alle emergenze, sono alcuni degli elementi descritti nella nostra proposta, che vuole dare risposte appropriate in termini d’assistenza e avvicinare il più possibile le cure al cittadino. Oggi un modello d’assistenza che non fa questo lavoro rischia di scaricare tutto il peso sugli ospedali e in particolare sui pronto soccorso, che inevitabilmente vanno in sofferenza trovandosi a dover dare risposte a tutti, indipendentemente dalla complessità delle cure richieste”.
Sull’andamento degli incontri programmati l’assessore esprime soddisfazione: “Stiamo lavorando – conclude l’assessore – in un clima costruttivo e proseguiremo in questa direzione. La pandemia ha accentuato la necessità di una riforma della Sanità territoriale, che alla Sardegna manca da prima che il virus arrivasse sul nostro territorio”, conclude l’esponente della Giunta.