Picchia la dipendente perché rifiuta di fare “sesso estremo”
Un imprenditore di 72 anni è stato arrestato con l'accusa di violenza fisica e psicologica nei confronti di una sua dipendente
Ha resistito per più di un anno alle violenze psicologiche del suo capo che le ha chiesto ripetutamente di fare sesso con lui. Poi, qualche settimana fa, le violenze sono diventate fisiche. Il suo datore di lavoro, un imprenditore di 72 anni, l’ha chiusa in uno stanzino dopo l’ennesimo rifiuto e quando lei si è messa a urlare l’ha colpita al petto con un mattarello e ha minacciato di ucciderla insieme al figlio.
La donna, una quarantenne romana, si è decisa così a raccontare tutto alla polizia. L’incubo è cominciato alla fine del 2014, poco tempo dopo aver iniziato un nuovo lavoro in un esercizio commerciale nella periferia est di Roma. Il titolare dell’azienda, con varie scuse, la faceva arrivare a lavoro prima degli altri dipendenti e in quei momenti le faceva domande sulla sua vita sessuale. Poi ha cominciato a chiederle esplicitamente di aiutarlo in pratiche di “sesso estremo”. Lei si rifiutava e allora il 72enne si chiudeva da solo nella stanza vicina così da costringerla comunque a sentire quello che faceva.
La donna non ha mai denunciato e ha sopportato per un anno per paura di perdere il lavoro. Un mese fa, all’ennesimo rifiuto di essere aiutato nella sodomizzazione, il titolare dell’azienda ha chiuso la donna in uno stanzino e quando lei si è messa ad urlare l’ha picchiata. Le indagini, condotte dagli investigatori del commissariato San Basilio, hanno portato all’arresto, eseguito ieri, dell’imprenditore. Gli investigatori stanno cercando di capire se l’episodio accaduto alla donna sia un caso isolato oppure se nell’azienda si nascondano altri casi di violenze psicologiche e fisiche.
Nella foto: immagine d’archivio
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