Pignoramento conto corrente dal 1 luglio: come funziona davvero
L’Agenzia potrà pignorare direttamente le somme che il debitore deve al Fisco, senza passare per un Tribunale.
Dal primo luglio 2017 diventa operativo il nuovo ramo dell’Agenzia delle Entrate, specializzato nella riscossione dei crediti. Si tratta della struttura che raccoglierà l’eredità di Equitalia, “scomparsa” a seguito dell’iniziativa avviata dal Governo allora guidato da Matteo Renzi. Ovviamente, l’abolizione di Equitalia “non comporta l’eliminazione di multe e contenziosi fra cittadini e amministrazioni, né uno stop al recupero dei crediti effettuato dallo Stato”, anche se il Governo ha proceduto a un piano di “rottamazione delle cartelle esattoriali”, di cui ha beneficiato un numero cospicuo di cittadini.
Nell’ambito della revisione dei meccanismi di riscossione, però, c’è anche una novità che sta facendo discutere non poco (e che l’opposizione, con il MoVimento 5 Stelle in prima fila, sta utilizzando per criticare la riforma del Governo Renzi). Si tratta della possibilità che l’Agenzia delle Entrate avrà di pignorare direttamente il conto corrente, senza l’intervento del giudice. Come spiega Studio Cataldi, in effetti, fino ad adesso “il normale creditore che desidera soddisfare la propria pretesa inadempiuta procedendo al pignoramento presso terzi, ad esempio l’istituto bancario, deve attivare una procedura che si conclude con un’autorizzazione del Tribunale”.
Grazie alle ultime modifiche all’art.72 del Dpr 602/ 73, invece, se il creditore è il fisco, gli strumenti per ottenere il pagamento della somma spettante diventano più efficaci. Infatti, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione avrà “a sua disposizione l’accesso alla banca dati dell’Anagrafe Tributaria, potendo poi aggredire direttamente il conto corrente, nonché a quella dell’INPS, con possibilità di conoscere i dati relativi al rapporto di lavoro, per poter eventualmente procedere al pignoramento di stipendio, pensione, indennità ecc. in materia diretta e senza passare per il giudice”.
Insomma, dal primo luglio l’Agenzia potrà pignorare direttamente le somme che il debitore deve al Fisco, implementando comunque uno strumento in vigore da tempo. Non viene più richiesta la citazione in giudizio del debitore e dunque l’udienza, ma trascorsi 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale (che va a sostituire il precetto), l’Agenzia potrà procedere direttamente con l’invio alla banca dell’atto di pignoramento.
Al debitore non resta che presentare una domanda di dilazione e rateizzazione, in caso di accoglimento, ottenere lo sblocco dei conti, sempre entro 60 giorni.
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