Pili: continuità a rischio, disastro per il turismo sardo.

“A rischio ci sono 3.000.000 di passeggeri, un’economia radicata da ormai da dieci anni che ha trasformato interi territori con i sardi protagonisti. L’indagine dell’Unione Europea sui voli low cost rischia di cancellare per sempre un progetto di sviluppo economico fondato su un vero e proprio ponte aereo internazionale che ha trasformato radicalmente prima la Riviera del Corallo e poi tutti gli altri poli aeroportuali della Sardegna. Questa indagine doveva e poteva essere evitata se la Regione avesse evitato una norma bislacca, irrazionale e dannosa per il sistema delle low cost. In questa vicenda agli errori gravissimi commessi nella predisposizione della legge 10 del 2010 si sommano le lobby internazionali di Alitalia, Lufthansa e Air France che mirano a mettere in ginocchio il sistema delle low cost per gestire in modo esclusivo le rotte internazionali. Ora bisogna mettere in campo i migliori studi legali europei scevri da condizionamenti delle lobby e vigilare passo dopo passo che lo stesso governo italiano non si faccia condizionare nelle risposte all’Unione Europea dalle “talpe” di Alitalia. A questo si aggiunge che va cancellata quella norma suicida dell’art.10 della legge 10. Lo deve fare il consiglio regionale oppure nei prossimi giorni avvieremo una proposta di legge di iniziativa popolare per salvare il sistema delle low cost”.

Lo ha detto stamane all’aeroporto di Alghero il deputato sardo Mauro Pili nel corso di una conferenza stampa sulla procedura di indagine e infrazione aperta ieri con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea della decisione comunitaria. Pili punta il dito sulla modifica del sistema low cost inserita nel 2010 in una legge regionale e sottolinea: “Avevo denunciato sin dal primo giorno che quella norma avrebbe creato gravi problemi al sistema delle low cost in Sardegna. E’ una norma suicida proprio perché trasformava un contributo coomarketing, concesso da società di gestione di natura privatistica ad altri soggetti privati nell’ambito di progetti commerciali e di libero mercato, in contributi pubblici, difficilmente sottraibili alla verifica comunitaria sugli aiuti di Stato. Fu una norma da dilettanti allo sbaraglio che aveva come principali ispiratori proprio quelle compagnie nemiche delle low cost. Una norma punitiva con l’unico obiettivo di sottoporre le low cost ad un regime restrittivo che avrebbe portato al loro ritiro o alla procedura d’infrazione. Se la Regione non modificherà immediatamente la normativa folle che ha stravolto l’impianto consolidato del modello Alghero la nostra isola rischia di perdere oltre 3.000.000 di passeggeri. Si rischia di distruggere tutto quello che era stato costruito con il modello Alghero – ha detto Pili. La Regione adottando una norma irrazionale e inapplicabile ha finito per precludere alle compagnie low cost la competitività del mercato rischiando di far saltare per aria l’intero sistema. L’Unione Europea aveva tracciato due strade: la prima quella seguita sino a qualche anno fa dalla Sardegna che prevedeva un rapporto di mercato tra le compagnie aeree e le società di gestione, con la legge regionale n.10 del 2010, invece, si sono assoggettate le compagnie aeree low cost a gare e vincoli che mai nessuno accetterà e che l’Unione Europa ha messo nel mirino. Il rischio è immediato, se non ci sarà un immediata e puntuale risposta alla UE proprio sulla sostanza del rapporto di mercato e commerciale con le compagnie low cost”.

“La Regione deve riprendere immediatamente la strada del contributo coomarketing – ha detto Pili. Le compagnie aeree low cost sono state in questi ultimi dieci anni il maggior attrattore turistico della Sardegna consentendo la creazione di un vero e proprio ponte internazionale con l’Europa, disperdere questo patrimonio sarebbe un vero e proprio suicidio collettivo che deve essere scongiurato ad ogni costo. Bisogna modificare immediatamente la legge regionale – ha concluso Pili – e ripartire dal modello Alghero altrimenti per la Sardegna sarà l’ennesimo duro colpo all’economia e all’occupazione. Se non ci sarà un segnale in tal senso immediato e senza ulteriori perdite di tempo avvieremo una proposta di legge di iniziativa popolare per ripristinare la strada maestra del rapporto economico commerciale per non perdere quanto fatto in quest’ultimo decennio”.

31 Maggio 2013