Politiche sociali, nasce “Ritornare a casa Plus”
La Giunta regionale ha approvato le linee d’indirizzo 2021/2022 del programma ‘Ritornare a casa’ che introducono importanti novità alla misura nata per favorire la permanenza al proprio domicilio, e comunque in un ambiente familiare, delle persone con grave non autosufficienza
Dall’unione del programma ‘Ritornare a casa’ e degli ‘Interventi a favore di persone in condizioni di disabilità gravissima’ nasce ‘Ritornare a casa Plus’. La Giunta regionale ha infatti approvato le linee d’indirizzo 2021/2022 del programma ‘Ritornare a casa’ che introducono importanti novità alla misura nata per favorire la permanenza al proprio domicilio, e comunque in un ambiente familiare, delle persone con grave non autosufficienza che diversamente sarebbero costrette a un’assistenza continua in apposite strutture. “Il nostro – dichiara il Presidente della Regione – è un segnale di massima attenzione per le persone che soffrono e le loro famiglie. L’obiettivo è quello di rendere ancora più efficace e accessibile una misura che oggi nell’Isola dà sostegno a 4mila beneficiari, persone che, grazie a ‘Ritornare a casa’, possono ricevere l’assistenza di cui necessitano, a domicilio, circondati dall’affetto dei propri cari”.
Fra le principali novità introdotte, l’informatizzazione del processo di valutazione e progettazione delle misure da erogare (all’interno del Sistema informativo sanitario integrato regionale, Sisar) e l’assegnazione pluriennale delle risorse: “Un’impostazione che consentirà – dichiara l’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’Assistenza Sociale, Mario Nieddu – una migliore pianificazione degli interventi e un impiego più efficiente delle risorse a disposizione, una dotazione finanziaria che per il 2021 ammonta a 56,2 milioni di euro, di cui 35 milioni del Fondo regionale per la non autosufficienza”.
Per garantire una più incisiva e unitaria presa in carico delle persone non autosufficienti e disabili, sono stati previsti quattro diversi livelli a cui corrispondono finanziamenti crescenti in ragione del grado di assistenza richiesto e della capacità economica (Isee) del beneficiario. “Risorse che – conclude Nieddu – potranno essere utilizzate sia per i servizi d’assistenza necessari, sia per il sostegno dei ‘caregiver’ familiari”.