Porto Conte, le borgate chiedono la rinaturalizzazione del territorio
"Non è affatto utopico pensare di eradicare il cinghiale a Porto Conte e in tutta la Sardegna, ma per farlo sono necessari la presa di coscienza del problema e l'impegno della politica".
“I cinghiali in sovrannumero all’interno del Parco Naturale Regionale di Porto Conte stanno arrecando gravissimi danni al territorio, agli animali, alle piante e agli abitanti: la situazione non è più sostenibile”. Lo ribadiscono ancora una volta Tonina Desogos, Antonio Zidda, Amabile Simbula, Angelo Sanna e Luca Rondoni, rispettivamente rappresentanti di borgata di Maristella, Sa Segada/Tanca Farrà, Santa Maria la Palma, Guardia Grande/Corea e Fertilia/Arenosu. “Molte biocenosi insulari sono ormai prossime al collasso, – proseguono – non ci sono più scuse per non agire in modo drastico e perentorio, prevedendo quindi l’eradicazione dei cinghiali e la rinaturalizzazione dell’area. Chiunque, con un minimo di buon senso, non può non essere d’accordo di fronte ai fatti oggettivi. Anche in altre zone d’Italia e del mondo ormai si parla chiaramente di eradicazione e, questa, si è messa in atto con successo con le associazioni ambientaliste favorevoli e in prima linea al fianco della società civile, produttiva e culturale”.
“Per restare in Sardegna ci sono piani di eradicazione già in atto all’Asinara e alla Maddalena. Sull’Isola di Santiago, Galápagos, l’eradicazione di 18.000 animali ha richiesto 360 mesi. Sull’Isola di Santa Cruz, California, l’eradicazione di 5.036 suini ha richiesto 411 giorni. In alcune isole australiane, come Kangaroo Island, si è partiti con l’eradicazione nel 2020 e si conta di eradicare la specie nel 2023. Tornando a noi, all’isola d’Elba è nato il Comitato eradicazione cinghiali dell’isola d’Elba che, con una petizione, ha già raccolto migliaia di firme al fine di liberare il territorio dai dannosi ungulati e sta discutendo con la Regione Toscana i prossimi passi da seguire”.
“Non è affatto utopico pensare di eradicare il cinghiale a Porto Conte e in tutta la Sardegna, ma per farlo sono necessari la presa di coscienza del problema e l’impegno della politica. Si pensi che la Nuova Zelanda ha già deciso di diventare “predator free” entro il 2050. L’obiettivo è quello di evitare lo sterminio di marsupiali e avifauna autoctoni e in quasi tutte le sue isole minori sono stati già eradicati i predatori invasivi, molto più piccoli ed elusivi dei cinghiali, introdotti dai coloni europei. Anche i vasti territori delle isole sub-antartiche sono ormai considerati “pest-free”. Quasi tutte queste eradicazioni sono state realizzate congiuntamente da organizzazioni ambientaliste, governi e, dove presenti, comunità locali. Per concludere, chi sono ad Alghero e in Sardegna, a oggi, i portatori di interesse che si oppongono all’eradicazione o a un piano a contenimento zero dei cinghiali? Chiunque siano, si tratta di una piccola minoranza che non può più tenere in scacco l’intera isola” – concludono i rappresentanti delle borgate.