Porto Torres e Asinara: 17500 visite per Monumenti Aperti
Grande seguito per l'iniziativa culturale e didattica in città e sull'isola parco. Gli studenti delle scuole hanno indossato per due giorni i panni delle guide turistiche
Una straordinaria esperienza didattica e formativa per “riappropriarsi” del patrimonio culturale: anche quest’anno Porto Torres Asinara Monumenti Aperti è stato un laboratorio della conoscenza per tanti studenti che, indossati i panni da “ciceroni”, hanno portato i visitatori alla scoperta delle bellezze della città e dell’isola parco. I numeri hanno premiato il lavoro dei ragazzi e dei volontari: sono state 17453, circa 700 in più rispetto allo scorso anno, le firme totali sui registri. È il secondo dato più alto da quando la manifestazione si svolge a Porto Torres.
«Sono state due giornate davvero belle e intense per la nostra città e per l’isola parco. Ho visto tanti studenti – sottolinea il sindaco Sean Wheeler – illustrare con grande entusiasmo la storia dei siti e le loro caratteristiche. Docenti, volontari e operatori hanno dato il loro supporto per la riuscita di questa manifestazione che nasce per valorizzare la nostra cultura e diffonderla tra le nuove generazioni. Porto Torres Asinara Monumenti Aperti può crescere. Assieme alle scuole e agli altri enti coinvolti cercheremo di individuare nelle prossime edizioni nuovi percorsi di approfondimento che possano rendere ancora più unica e ricca di spunti questa manifestazione».
«Le visite registrate sono davvero importanti anche in relazione al fatto che l’evento si è svolto in concomitanza con la Cavalcata Sarda. Ma al di là dei numeri – ricorda l’assessore alla Cultura, Antonella Palmas – Monumenti Aperti è prima di tutto un momento di crescita culturale e di formazione per i ragazzi. È questo l’aspetto principale dell’evento e non dobbiamo mai dimenticarlo. Abbiamo un enorme patrimonio che va dal periodo preistorico a quello medievale, passando per l’età romana, e che contempla, inoltre, la cultura del mare e dell’ambiente con l’isola dell’Asinara. In queste occasioni i più grandi possono apprendere nuove informazioni, magari scambiandole reciprocamente con i ragazzi. È anche questo un bell’insegnamento che ci viene dato attraverso Monumenti Aperti. Non vanno dimenticati, infine, i tanti eventi collaterali che sono stati organizzati dalle associazioni proprio in occasione di questo appuntamento».
Il sito più visitato è risultato essere l’area archeologica di Turris Libisonis (1431), seguito dallo scavo archeologico di via Libio (1420), aperto per la prima volta grazie a un’intesa tra pubblico e privato, e dall’Antiquarium Turritano (1065). Ottimo riscontro anche per il Planetario (829), altra new entry di quest’anno, nell’istituto d’istruzione superiore “Mario Paglietti”. I siti dell’Asinara (Ossario, Cappella Austroungarica, Domus de janas di Campu Perdu e Carcere di Campu Perdu) sono stati visitati in tutto da circa 700 persone. Buon flusso anche nel Palazzo del Marchese (673) e nel Museo del Porto (654) che oltre ai reperti della cultura del mare proponeva la mostra Il popolo di bronzo di Angela Demontis, una splendida ricostruzione di abiti e armi del periodo nuragico, e il Memoriale della Corazzata Roma. Tra i siti visitabili anche la Basilica romanica di San Gavino, lo scavo di Atrio Metropoli e l’area delle Cumbessias, le chiese di Balai, della Consolata e di Cristo Risorto, il Ponte romano, le tombe ad arcosolio del Nautico e l’ipogeo di Tanca Borgona, il rifugio antiereo De Amicis, la batteria antinave di Ponte Romano, la scuola De Amicis e le Fornaci dell’area Ferromin.
«C’è stato un ottimo riscontro anche per i siti fuori città, la necropoli di su Crucifissu Mannu e il nuraghe Nieddu, il cui flusso è stato favorito anche grazie alla nostra decisione di istituire un apposito servizio di bus navetta, destinando l’altro bus, quello scoperto, ai soli tour per i monumenti cittadini. In questo modo – conclude l’assessore Palmas – sono state effettuate più corse per soddisfare la richiesta di coloro che erano impossibilitati a raggiungere autonomamente la necropoli e il nuraghe».