Porto Torres, mosaici e capitelli romani attirano studiosi da 36 nazioni diverse

Si sono aperte ieri pomeriggio le porte dell’area archeologica di Turris Libisonis e della Basilica romanica di San Gavino per i partecipanti al convegno internazionale sulla conservazione del mosaico, in programma sino a stasera ad Alghero.

Prima l’accoglienza istituzionale nella Stazione Marittima per circa centocinquanta esperti e archeologi internazionali. Poi il tour alla scoperta di antiche strutture e colonne, splendidi mosaici e domus, capitelli e statue finemente scolpite. Una passeggiata lunga duemila anni, cominciata nei luoghi in cui sorgeva la città romana e proseguita nella cattedrale medievale dell’antica Torres. Si sono aperte ieri pomeriggio le porte dell’area archeologica di Turris Libisonis e della Basilica romanica di San Gavino per i partecipanti al convegno internazionale sulla conservazione del mosaico, in programma sino a stasera ad Alghero.

L’amministrazione comunale, con la collaborazione della Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro, della Parrocchia Santi Martiri Turritani, degli operatori culturali e delle associazioni, ha voluto dare il proprio benvenuto agli studiosi arrivati da ogni parte del mondo. Erano 36 i paesi rappresentati nella folta comitiva che ieri ha visitato la “Pompei sarda” e la Basilica romanica più grande dell’Isola. L’assessore alla Cultura e alla Valorizzazione dei beni archeologici, Alessandra Peloso, ha accolto il gruppo nella sala della Stazione Marittima, assieme alla direttrice dell’Antiquarium Turritano, Gabriella Gasperetti.

Gli ospiti internazionali hanno poi raggiunto l’Antiquarium Turritano e l’area archeologica, che si trovano a pochi metri di distanza dalla stazione. Assieme al personale del museo e agli operatori culturali della cooperativa L’Ibis, con il supporto anche dei ragazzi del Liceo Scientifico e Linguistico di Porto Torres, gli studiosi hanno potuto visitare le sale interne, l’area archeologica, il Palazzo di Re Barbaro e la domus dei mosaici con lo splendido Orfeo, figura che è stata scelta dagli organizzatori proprio come simbolo della dodicesima conferenza internazionale. Nella sala espositiva hanno potuto assistere, inoltre, alla presentazione di modelli e simulazioni tridimensionali di siti e reperti archeologici, elaborati dallo studio Marratzu. Al termine della visita gli studiosi hanno raggiunto la Basilica romanica di San Gavino. Accolti dagli operatori culturali della cooperativa Turris Bisleonis e salutati dal parroco della Basilica di San Gavino, don Mario Tanca, hanno visitato la chiesa millenaria e la cripta seicentesca, assistendo allo speciale concerto del Coro Polifonico Turritano che, tra gli altri brani, ha eseguito una suggestiva Deus ti salvet Maria. Subito dopo, nell’Atrio Comita, il gruppo folk Li Bainzini Etnos ha regalato agli ospiti internazionali alcuni momenti di folklore con i balli in costume tradizionale turritano.

31 Ottobre 2014