Potenzialità turismo nautico in Sardegna: convegno a Olbia
Il network dei ‘Blue ports’ sardi on line, con prenotazioni e fornitura di servizi via web, il protocollo d’intesa tra Regione, porti turistici del network e comuni di residenza dei porti, il sistema regionale di rilevamento dati per ‘dimensionare’ quantitativamente e qualitativamente i flussi dei diportisti, il disegno di legge appena approvato dalla Giunta regionale che istituisce le ‘marina resort’ e le potenzialità espresse e inespresse del turismo nautico in Sardegna. Sono i temi più significativi del convegno di martedì 11 giugno (dalle 9.30), all’aeroporto ‘Costa Smeralda’ di Olbia (nella sala convegni del polo universitario), nel quale saranno illustrati i risultati finali e le prospettive del progetto TPE (Tourisme, Ports, Environnement), finanziato con fondi POR, con il coinvolgimento di Sardegna, Liguria, Toscana e Corsica.
Motore del progetto è la governance che ha messo in rete 58 porti turistici della Sardegna, strumento strategico di programmazione e promozione del network. L’obiettivo è il raggiungimento di elevati standard qualitativi uniformi dell’offerta, nell’ottica di un turismo nautico sostenibile ed ecocompatibile. L’assessorato regionale del Turismo, oltre a selezionare i porti secondo requisiti di qualità e ambientali, ha redatto e predisposto strumenti di promozione: un’accurata guida cartacea con tutte le informazioni sui porti aderenti, banner, roll up e video promozionali (‘Itinerari dal mare’); altri strumenti saranno operativi a partire dal convegno: un’applicazione per smartphone e tablet con i contenuti della guida, 20 totem informativi che saranno posizionati in altrettanti porti, un sistema informativo per la valorizzazione dei porti e delle aree contigue da rendere fruibile ai diportisti ormeggiati (o in transito) mediante wireless. E, soprattutto un nuovo portale della nautica (‘Sailing Sardinia’) con tutte le informazioni sui porti (e territorio collegato) coinvolti nel TPE, la possibilità di prenotazione on line dell’ormeggio e uno spazio e-commerce, che metta in vetrina e commercializzi i prodotti artigianali e agroalimentari locali.
Tema saliente del convegno sarà anche la novità introdotta dal disegno di legge, presentato nei giorni scorsi dal presidente Ugo Cappellacci, di concerto con assessori della Programmazione e del Turismo, e approvato dalla Giunta regionale, che prevede l’istituzione di una nuova tipologia di struttura ricettiva attrezzata per il turismo nautico: la ‘marina resort’, per garantire nei porti turistici i servizi di sosta e pernottamento dei viaggiatori nelle loro barche ormeggiate. Le ‘marina resort’ saranno equiparate sotto tutti gli aspetti alle altre strutture ricettive, anche dal punto di vista fiscale: alle prestazioni rese ai clienti alloggiati nelle unità da diporto sarà applicata un’aliquota Iva dell’11%.
“Il ddl – spiega l’assessore del Turismo Luigi Crisponi – aggiorna la disciplina regionale sulla classificazione degli esercizi ricettivi, ampliando la gamma delle strutture esistenti con i ‘marina resort’, un intervento che renderà maggiormente competitiva l’offerta del turismo nautico. L’equiparazione fiscale delle ‘marine resort’ alle altre tipologie ricettive è un incentivo per accogliere i diportisti che si aggiunge ai copiosi investimenti nel settore e nelle infrastrutture portuali. Stiamo lavorando per integrare l’offerta dei porti con le attività turistiche di città e aree interne, proprio grazie al TPE. Nella visione generale del progetto, i porti devono essere porte d’accesso per la fruizione del territorio retrostante. Un biglietto da visita per iniziare ad apprezzare le bellezze sarde”.
“La ‘blue economy’ – aggiunge Crisponi – potrebbe contribuire a far ripartire mercati e occupazione in Sardegna, dato che l’Isola ha una vocazione naturale per la nautica, in parte inespressa. Per le sue peculiarità (1800 km di coste) e potenzialità (quasi 20 mila posti barca totali) ha le carte in regola per poter giocare un ruolo da protagonista in questo settore sullo scenario internazionale”. Secondo le stime presentate a Cagliari durante il recente convegno dell’Ucina Confindustria nautica, nel 2012, sommando spesa per l’ormeggio, compresa la manutenzione, e spesa sul territorio (transito e ‘home port’), i diportisti hanno speso nell’Isola circa 260 milioni di euro, generando un gettito Iva e ricavi sui posti barca per oltre 58 milioni. Le ricadute sul territorio potrebbero aumentare di oltre 92 milioni (raggiungendo i 350 milioni) se le risorse nautiche fossero utilizzate appieno. In questo caso, si stima che si passerebbe dagli attuali 3100 occupati nel settore (e indotto) a 5800 posti di lavoro.