Povertà, Lai (PD): «frattura nord-sud ma mezzogiorno segna cambio di direzione nel 2015»
«Famiglie numerose più fragili di fronte alla crisi, urgenti politiche drastiche di sostegno» - ha detto il senatore sardo del partito democratico commentando i dati del rapporto Istat sulla Povertà in Italia diffusi ieri.
«I dati sulla povertà in Italia dicono che ci sono segnali che sono in distonia tra di loro ma che vanno interpretati e corretti da politiche dedicate. Tra il 2014 e il 2015 l’incidenza della povertà relativa nelle famiglie aumenta in Italia dal 10,3 al 10,4% e sono il centro e il nord Italia a generare questo aumento con il nord che passa dal 4,9 al 5,4 e il centro che passa dal 6,3 al 6,5. Nel mezzogiorno dove il valore assoluto di povertà relativa supera un inaccettabile 20%, una persona su 5, si passa dal 21,1 al 20,4, percentuale sempre alta ma certamente in diminuzione». Lo afferma il senatore del PD Silvio Lai commentando i dati del rapporto Istat sulla Povertà in Italia diffusi ieri.
«Anche la Sardegna segue questa sorte con il 15,1% del 2014 che diventa 14,9 nel 2015. Sono le reti locali ad evitare la frattura della società nel mezzogiorno ma l’inversione di tendenza mentre la povertà aumenta nel resto d’Italia non può non essere anche frutto di politiche redistributive, ancora deboli ma che iniziano a segnare la loro efficacia. Se poi si guarda la struttura familiare emerge chiaramente come siano le famiglie numerose, con più di due figli, a soffrire di più, esattamente le famiglie di cui avremmo bisogno per invertire lo shock demografico del Paese. Per questo – conclude il parlamentare Dem – nella prossima legge di stabilità servono interventi profondi a favore del secondo e terzo figlio che non mettano le famiglie di fronte alla prospettiva di passare dal benessere allo squilibrio economico».