Premio Dessì, vincono Giuseppe Lupo per la Narrativa e Gian Piero Bona per la Poesia
Giuseppe Lupo con “Viaggiatori di nuvole” (edito da Marsilio) nella sezione Narrativa, e Gian Piero Bona con “Serenate per l’angelo” (Passigli) per la Poesia, sono i vincitori del Premio “Giuseppe Dessì” 2013. I loro nomi vanno ad affiancarsi a quello di Philippe Daverioal quale è andato il Premio speciale della Giuria, e a Pinuccio Sciola, insignito del Premio speciale della Fondazione Dessì, in questa ventottesima edizione del concorso letterario intitolato al grande scrittore sardo (nato a Cagliari nel 1909 e scomparso a Roma nel 1977).
Affidata alla conduzione della giornalista Natascha Lusenti, intervallata con gli interventi musicali di Ilaria Porceddu, la cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori si è tenuta stasera (domenica 22 settembre) a Villacidro (Medio Campidano), a chiusura di una settimana dedicata all’autore di “Paese d’ombre” che ha proposto, come sempre, presentazioni di libri, spettacoli, incontri in compagnia di ospiti come Claudia Koll, Corrado Augias, Francesco Baccini, Pierpaolo Capovilla, Marta Pastorino, Fulvio Ervas e Mariangela Gualtieri, fra gli altri.
A Giuseppe Lupo, lucano di Atella (in provincia di Potenza), classe 1963, professore di letteratura italiana contemporanea all’Università Cattolica di Milano e di Brescia, oltre che scrittore e saggista, la giuria ha tributato il premio della sezione Narrativa, come si legge nelle motivazioni, per la “prosa vivacissima e variopinta, l’incanto e la freschezza dei grandi poemi cavallereschi” del suo “Viaggiatori di nuvole”, un “romanzo storico e favoloso, epico e picaresco, lirico e visionario”, che “riscrive la storia alla luce di un sogno, rivelando, alla fine, una straordinaria carica utopica, che conferisce alla pagina il respiro della profezia”.
Nato a Carignano (Torino) nel 1926, Gian Piero Bona vince invece la sezione poesia del Premio Dessì con il suo “Serenate per l’angelo”, settantaquattro componimenti brevi nei quali, sottolinea la motivazione, “si alternano i modi della confessione, della preghiera, della denuncia”. Gian Piero Bona, “dalla sua privilegiata posizione di poeta che, accanto al suo angelo, «sragionando dice il vero» e di uomo sapiente di molte cose apprese «per imposizione», facendo i conti con la morte e con la vita, intende affermare tutta l’impotenza dell’uomo dinanzi a ciò che supera la sua poca intelligenza, dinanzi a un «grande riflettore / che l’acceca»”.
“Serenate per l’angelo” è la tappa più recente del lungo e fecondo percorso di Gian Piero Bona nella poesia, inaugurato a metà anni Cinquanta con la prima raccolta di versi, “I giorni delusi”. Ma il suo talento raffinato si è espresso con risultati significativi anche in altri ambiti: nella prosa, anzitutto (dove esordisce nel 1961 con il romanzo “Il soldato nudo”), nella sceneggiatura per la televisione (nel 1968 fa parte del gruppo di sceneggiatori dell’Odissea per la RAI) e per il cinema (nel 1969 firma la sceneggiatura del film di Eriprando Visconti la Monaca di Monza), e nelle traduzioni (quella pionieristica del Profeta di Kahlil Gibran pubblicata da Guanda nel 1976, e quelle delle poesie e poi dell’opera omnia di Arthur Rimbaud edite da Einaudi rispettivamente nel 1973 e nel 1990).
Il Premio Speciale della Giuria è stato assegnato all’unanimità a Philippe Daverio per “il ruolo di diffusione dell’arte che la sua sofisticata operazione culturale ha comportato e comporta, e per l’abilità nella creazione di un personaggio dinanzi al quale non si può restare indifferenti”, come recita la motivazione. Un risultato ottenuto “puntando su particolari del suo abbigliamento (i giganteschi papillon, gli occhiali…) e della sua persona (il volto, un’allure demodée combinata alla capacità di stupirsi e di stupire), riuscendo a fare di sé una singolare e da noi inedita figura di mediatore culturale capace al contempo di divertire e insegnare”. Di cultura franco-italiana (è nato nel 1949 a Mulhouse, in Alsazia, da padre italiano e madre francese), Philippe Daverio ha avuto una formazione eterodossa e eccentrica che va dagli studi economici alla musicologia. Critico d’arte, professore universitario, saggista, specialista in arte italiana del XX secolo, gallerista e editore, è noto al grande pubblico per la collaborazione con testate come “Panorama“, “Vogue“, “Style Magazine” (del “Corriere della sera”), per la direzione di “ART e dossier“, ma anche per la conduzione di trasmissioni televisive di divulgazione culturale di grande successo come Passepartout.
Il Comitato Direttivo della Fondazione Dessì ha assegnato il Premio Speciale della Fondazione 2013 all’artista Pinuccio Sciola “per la sua capacità di testimoniare attraverso le proprie opere il costante anelito dell’uomo all’infinito e all’elevazione dalla stessa condizione umana”. Nato nel 1942 a San Sperate (Ca), Sciola attraverso le sue sculture lancia “un messaggio di speranza e di pace che risulta essere un messaggio che fa dell’artista un grande uomo. Un grande uomo e un artista che oggi è sicuramente il più autorevole ambasciatore sardo dell’arte scultorea nel mondo”.