“Centrale Fiume Santo, situazione preoccupante. Focus in commissione ambiente”
L'opinione dell'On. Paola Deiana - Movimento 5 Stelle
Non posso nascondere di aver avuto, e tutt’ora abbia, delle forti riserve circa le procedure seguite per il metodo di abbattimento della ciminiera e delle caldaie della Centrale termoelettrica di Fiume Santo. Ho trovato, a suo tempo, un certo conforto nel leggere una comunicazione della Direzione generale dell’Ambiente della RAS, nella quale si diceva che… «Per quanto concerne l’emissione di polveri conseguente alla demolizione della ciminiera, considerato tra l’altro che: – la porzione di ciminiera interessata dalle cariche esplosive è limitata ad una piccola parte in corrispondenza della base di appoggio, a cui seguirà il ribaltamento della ciminiera; -dopo l’impatto al suolo la parte inferiore della ciminiera, nella quale “possono trovarsi rifiuti pericolosi sotto forma di fuliggine (considerato anche che la parte superiore del rivestimento interno risulta collassata e a seguito del crollo il materiale si è accumulato nella parte inferiore del corpo della ciminiera), “manterrà la forma di fuso cilindrico con fratture di entità minima”, riducendo il rischio di dispersione nell’ambiente degli stessi; le polveri generate dal crollo saranno limitate alle quote più basse e pertanto potranno essere facilmente abbattute con il sistema di nebulizzazione previsto e confinabili entro un raggio limitato, programmando la demolizione in funzione delle condizioni meteorologiche favorevoli così come dichiarato dalla Società».
Alla luce delle repertazioni fotografiche e video relative all’abbattimento della ciminiera e al “tentato” abbattimento di una delle caldaie, apparse sui principali quotidiani locali e sui social media, il conforto che avevo trovato nel comunicato della regione, si è trasformato in sconcerto e preoccupazione per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Dai video e dalle fotografie relative all’abbattimento della ciminiera, questa risulta sbriciolata e crollata sulla nuda terra, e le misure di contenimento delle polveri non sembrano esser state sufficienti. Così come al tentato abbattimento della caldaia, che dopo il brillamento non si sposta di un millimetro, a contraria testimonianza della presunta instabilità e logoramento della struttura. Dai video si vede chiaramente che la caldaia rimane in piedi dopo lo scoppio, causando un inutile inquinamento acustico, tale da rende indispensabile ripetere il brillamento…(le risultanze non mi lasciano serena sulla competenza ed esperienza della ditta incaricata…). Tutto questo non mi sembra corrispondere alle previsioni enunciate nel comunicato della Regione e così, senza puntare il dito contro nessuno e senza gridare al disastro ambientale, ma con ferma determinazione ad appurare lo stato delle cose, per dare una risposta ai numerosi cittadini e alle associazioni che in questi giorni mi stanno contattando preoccupati per la salute della cittadinanza, è mia intenzione portare la questione all’attenzione della Commissione Ambiente della Camera.