“Basta con l’incenerimento dei rifiuti”
“Dobbiamo prendere coscienza dei gravi pregiudizi che derivano dagli impianti industriali di incenerimento sulla nostra salute e sull’ambiente. Adesso è tempo di fatti concreti fuori dall’ambiguità di proclami e dichiarazioni che da troppi anni siamo costretti ad ascoltare mentre la situazione sta peggiorando”. Questo l’allarme lanciato dal Consigliere regionale sardista Efisio Planetta, che ha presentato un’apposita proposta di legge per ottenere una moratoria di cinque anni dell’attività di incenerimento o termovalorizzazione dei rifiuti.
Planetta rileva che “nel caso specifico dell’Italia, gli inceneritori godono di finanziamenti pubblici senza i quali, da un punto di vista economico e finanziario, essi non avrebbero le sufficienti risorse per poter funzionare”. Un fatto che per Planetta “è di per se gravissimo e solleva più di qualche perplessità poiché è evidente che si tratti di speculazioni che poggiano sulla produzione di energia a tariffe incentivate che viene pagata circa il doppio del prezzo corrente attraverso i meccanismi del CIP6 e dei certificati verdi, in quanto prodotte da fonti assimilate alle fonti rinnovabili. Fra queste – prosegue Planetta – la scelta predominante è sempre più quella delle Biomasse che risulta almeno in Italia una fonte ambigua perché una legislazione disinvolta, il DLgs 387/2003, sotto infrazione da parte della Commissione Europea, include tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle fonti rinnovabili, proprio la frazione non biodegradabile dei rifiuti ed i combustibili derivati da rifiuti”.
Da qui la proposta di legge di Planetta per la moratoria quinquennale che “riprende le finalità di una precedente, la n. 300, presentata il 10 ottobre 2007 durante la XIII Legislatura dai consiglieri regionali sardisti Maninchedda e Atzeri, e che si prevede dovrà avvenire nella misura del 20 per cento all’anno per ogni anno a decorrere dal 1° gennaio 2014 sino al 31 dicembre 2018, mentre sarà contestualmente vietata la costruzione di nuovi impianti di incenerimento o termovalorizzazione dei rifiuti”.
Per Planetta si tratta, insomma, di fare in modo che la stessa Regione Sardegna “eserciti compiutamente le proprie competenze e prerogative a tutela di cittadini ed ambiente anche in coerenza con quanto finora operato dall’Unione europea, recependo di fatto in modo definitivo le direttive comunitarie relative alla definizione dei rifiuti non biodegradabili quale fonte energetica non rinnovabile, ma soprattutto al fine di dissociare la crescita dalla produzione di rifiuti attraverso uno specifico quadro giuridico volto a controllare tutto il ciclo di questi ultimi, dalla produzione allo smaltimento, ponendo in misura maggiore l’accento sul recupero e il riciclaggio, nella direzione univoca della sostenibilità ambientale”.