“Diritti negati”, i giornalisti dell’Espresso all’Università di Sassari
Tema: diritti negati. Parola d’ordine: lavoro. Sono stati questi gli argomenti al centro dell’evento “I dialoghi dell’Espresso”, che si è svolto giovedì 23 maggio nell’Aula Magna dell’Università di Sassari. Sono intervenuti il direttore del settimanale Bruno Manfellotto, il giurista Michele Ainis, autore del libro “Le libertà negate”, i giornalisti dell’Espresso Fabrizio Gatti e Tommaso Cerno, il deputato ed ex sindacalista Fiom Giorgio Airaudo. Presente anche il nuovo direttore del giornale La Nuova Sardegna, Andrea Filippi.
L’incontro è stato aperto dai saluti del Rettore dell’Ateneo, Attilio Mastino, che ha tracciato un bilancio dell’applicazione della legge di riforma dell’Università italiana, confermando tutte le perplessità che aveva manifestato in occasione del dibattito sul disegno di legge: “L’Università, a cui si dedica solo lo 0,7 per cento del Pil, è sempre meno autonoma. Il precariato è aumentato, anche perché la figura del ricercatore a tempo indeterminato è finita su un binario morto. L’Università rappresenta il diritto alla conoscenza, e senza conoscenza non ci saranno più diritti per nessuno”. Il direttore Manfellotto ha spiegato che la tappa sassarese si inserisce in un tour che tocca diverse sedi universitarie italiane in diverse città, da nord a sud, ad ognuna delle quali è stato abbinato un argomento di particolare urgenza per la realtà territoriale. Nel caso della Sardegna, la vera emergenza è l’occupazione, non solo dei più giovani, ma anche di tanti 50enni usciti dal ciclo produttivo.
Tommaso Cerno, che per l’Espresso si occupa di diritti civili (ha seguito il caso Englaro), ha parlato del “bene di qualcuno” in antitesi al “diritto di ognuno”: quando il primo prevale, nasce il privilegio. Tommaso Cerno è anche autore di diversi libri; l’ultimo dato alle stampe s’intitola “Inferno, la commedia del potere”.Giorgio Airaudo ha chiamato in causa la costituzione italiana, che “è definita la più bella del mondo ma chissà perché tutti vogliono cambiarla”. Partendo dal drammatico dato ISTAT – 410mila posti di lavoro a tempo indeterminato persi l’anno scorso – Airaudo ha detto che bisogna ricostruire con un “new deal italiano” il diritto del lavoro (“ormai un diritto monetizzato, spesso sottoposto a ricatto”).
Fabrizio Gatti, vincitore del premio giornalistico “Pino Careddu” istituito dalla fondazione Sassari Sera, è un giornalista d’inchiesta che si è dedicato prevalentemente al racconto della vita degli immigrati. Durante il convegno ha raccontato di aver sperimentato in prima persona, tramite i suoi noti travestimenti, cosa significa il caporalato nell’economia italiana, una visione in cui “i diritti sono d’intralcio al profitto”. Michele Ainis ha riflettuto su un paradosso: i diritti sulla carta sono sempre in aumento “così come le pretese, in una società di privilegi, egoismi individuali e di gruppo”; nella realtà, invece non tutti sono riconosciuti, anche perché “i diritti costano” e “ogni libertà contiene in sé una pretesa”; inoltre, “molti diritti sono in competizione tra loro”. La giornata, organizzata con la collaborazione del professor Rosario Cecaro del Dipartimento di Scienze politiche, scienze della comunicazione e ingegneria dell’informazione, ha regalato ai presenti tanti spunti di riflessione su argomenti di grande interesse.