“Ecco perché mi piace il metodo Lubrano”
Per quanto poco possa interessare, premetto di essere stato candidato alle elezioni comunali del 2007 con Forza Italia e di non aver votato per Lubrano come sindaco perché non mi piacevano i suoi compagni di cordata. Aggiungo che provo un senso di rigetto verso lo squallore in cui oggi si dibatte il cosidetto centro-destra anche se, in tempi lontani, tifavo per il M.S.I. . Pur non nutrendo alcuna nostalgia per il passato che è alle mie spalle, non sono né un pentito né un dissociato. Spero solo di essere un po’ maturato. Credo, piuttosto, che la politica, sia quella nazionale che quella cittadina, debba consentire una maggiore partecipazione popolare, che l’azione dei politici debba essere trasparente, che debbano essere valorizzati i meriti e le capacità tecniche, che il denaro pubblico debba essere speso con razionalità, nell’interesse generale e non essere sprecato con prebende e stipendi inutili. Perciò condivido il metodo amministrativo del sindaco Lubrano, di ‘sinistra’.
Mi riferisco, in particolare, al fatto che voglia attribuire le cariche direttive delle società partecipate dal comune a funzionari dipendenti dalla amministrazione e non ai soliti politicanti. Dopo aver dato una lettura alle disposizioni che regolano la materia, infatti, mi sono convinto che così si otterrebbe una riduzione dei costi di gestione. Ciò sarebbe, di per se stesso, un grande risultato. E’ anche da sottolineare che, con l’applicazione di quel metodo, si restituirebbe ai tecnici il loro spazio, troppe volte occupato dai suddetti politicanti. Si assicurerebbe anche un indirizzo unitario di fini e di azione e si svilupperebbero utili sinergie tra il comune e le società in questione. D’altra parte, se non si reputasse utile questo indirizzo unitario, che senso avrebbe la partecipazione del comune alle suddette società? E non è forse vero che, in caso contrario, esse costituirebbero dei centri di potere distaccati o, addirittura, in conflitto tra loro e in mano a questo o quel personaggio? Dai tecnici, peraltro, si deve legittimamente pretendere che mettano a disposizione il loro bagaglio di professionalità e di competenze specifiche.
Per quanto riguarda i politicanti, invece, poco importa che si tratti di personaggi rapaci , incompetenti ed indecenti. Da loro, infatti, ci si può aspettare altro che portino voti, magari ricorrendo ad intrallazzi e ad un clientelismo capace di gonfiare gli organici, per fini elettorali, con posti di “lavoro (!)” inutili e costosi per le pubbliche finanze. Sarebbe forse questo il modo di fare gli interessi di un popolo sofferente come il nostro, soprattutto in questo periodo di crisi? E’ vero, beninteso, che un buon dirigente deve assicurare una corretta esecuzione delle decisioni degli organi di governo. In fase di ” istruttoria”, però, ha il dovere di confrontarsi con le situazioni concrete e con la società reale. Deve, quindi, proporre con “scienza, coscienza e piena libertà” la sua soluzione dei problemi. Il governante, sindaco o assessore che sia, essendo stato eletto, ha delle ovvie responsabilità di fronte ai cittadini. Perciò, anche al fine di evitare di fare pessime figure, ha, a sua volta, il dovere di ascoltare le proposte dei dirigenti e dei tecnici. Successivamente, in democrazia, deve deliberare, rendendo pubbliche le proprie motivazioni.
Per tutto ciò apprezzo il metodo che il sindaco Lubrano ha dichiarato di voler seguire e che, nell’interesse della città, sembra voler premiare meriti e competenze. Spero, ovviamente, che resista agli stonati tromboni, presenti nella coalizione che lo sostiene, che, anche se si autodefiniscono progressisti, vogliono far politica alla vecchia maniera, scalpitano per una puntuale applicazione dello stantio “manuale Cencelli” ed intendono usare i partiti come zerbini da sottomettere ai loro interessi personali. Mi auguro che non deluda coloro che sperano in un autentico rinnovamento e che, la prossima volta, potrebbero dargli una valanga di voti.