“Enrico Berlinguer, l’ultimo leader”: innovatore politico del suo tempo
«Un libro militante», perché ricorda la militanza e i militanti ai tempi di Berlinguer, che andavano la domenica, con l’abito della festa, a vendere l’Unità, il giornale del partito. Un libro che, attraverso il racconto di un leader, l’ultimo leader del Partito comunista italiano, di alcuni aspetti della sua vita, fatto da coloro che gli furono vicini o che lo conobbero, descrive anche lo spaccato di un paese, Stintino, che sempre fu caro a Enrico Berlinguer. Il volume curato da Giovanni Gelsomino “Enrico Berlinguer, l’ultimo leader” è stato presentato venerdì scorso nella sala consiliare del comune costiero, davanti a un folto pubblico di stintinesi, sassaresi e anche tanti turisti che per Berlinguer hanno avuto stima e rispetto. A dialogare con il curatore del libro c’erano il sindaco di Stintino Antonio Diana, il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, Nicola Mancino, Francesco Mazzola, Gavino Angius e Mario Segni.
La convinzione unanime, che viene fuori dal convegno, è che Enrico Berlinguer fu davvero l’ultimo leader politico, «un innovatore politico del suo tempo, capace di aprire il Pci alla società civile», ha detto Gavino Angius. «La politica di Berlinguer era una scelta collettiva – ha proseguito l’ex vice presidente del Senato – era il frutto di un pensiero collettivo. Prefigurava un’Italia diversa, più giusta di fronte a sfide difficili. Ci lascia – ha concluso – il rimpianto di fare una politica diversa e il rammarico che il tempo per Berlinguer è stato troppo breve».
Il libro curato da Giovanni Gelsomino è – come detto – uno spaccato della storia di Stintino e alcuni capitoli del volume, così come le foto in gran parte inedite, raccontano dell’ultimo leader del partito comunista italiano e della sua passione per il piccolo paese di pescatori. Una passione, forse, trasmessa dal nonno. «La famiglia Berlinguer – si legge nell’introduzione curata dal sindaco di Stintino Antonio Diana – fu tra le pioniere delle vacanze stintinesi, inizialmente con il nonno Enrico». E altri sono i capitoli testimonianza di questo attaccamento per Stintino: I bei momenti a cura di Tore Patatu; I ricordi di Domenica, di Giovanni Gelsomino, e ancora il capitolo dedicato a Gino Ajello e alla lunga amicizia trascorsa tra mare, vele latine e militanza politica, scritto da Piero Ajello. Un capitolo, poi, scritto dal primo cittadino stintinese, è dedicato al paese, La Stintino dei pescatori, tra cronaca e storia.
Nel libro ancora Berlinguer e la Sardegna, di Antonello Mattone; Il mio Berlinguer, la bella intervista di Giovanni Gelsomino a Gavino Angius; Berlinguer, un’idea del Paese di Alfredo Reichlin; la testimonianza di Mario Birardi in Uno dei nostri, uno di tutti. Quindi ancora Il rapporto con la scuola di Giuseppe Fiori e Il prof di Berlinguer di Giovanna Forteleoni. Un capitolo è scritto da Guido Melis, Ciò che è stato ciò che ci ha dato, e poi Giovanni Loriga di Mariuccia Fruianu, Il compagno Flavio Secchi di Giovanni Secchi, a seguire Agostino Spano di Giovanni Tendas e Paolo Demuro, La mitica “Gramsci” di Tore Sanna, Luigi Polano di Maria Letizia Pirisi, Berlinguer a La Maddalena di Tore Abate, Un altare per Berlinguer di Cristina Nadotti, A un amico di Luigi Pintor, Dimenticare Berlinguer di Salvatore Mannuzzu e 13 giugno 1984 di Fabio Stassi.