“I partiti devono diventare strumento di mediazione fra i cittadini e le istituzioni”
La vittoria di Bersani offre un’occasione unica al centrosinistra per tornare presto al governo, con una maggioranza politica in grado di restituire speranza, stabilità e credibilità al Paese. E aggiungo, al di là di chi ha posto la domanda, anche vero rinnovamento: ce lo chiedono i nostri elettori, anche quelli che hanno sostenuto il segretario.
Le primarie si confermano uno strumento straordinario di democrazia. Quando i cittadini vengono chiamati a partecipare e decidere, rispondono sempre: la voglia di buona politica c’è sempre, anche in un momento così delicato e difficile come quello che stiamo vivendo. Accolgo con favore poi l’idea di chi, anche in questa legislatura, vuole istituzionalizzare queste consultazioni: le primarie sempre e per tutti sono state oggetto della mia prima proposta di legge da consigliere regionale, nel lontano 2005.
Ma le primarie non bastano. Sono un passo, ma ora occorre cambiare i partiti, a cominciare dal mio, dal Partito democratico. Devono diventare strumento di mediazione fra i cittadini e le istituzioni, perchè non siano più le lobby a determinare le politiche, nè l’economia e la finanza a dettare le regole. Occorrono più che mai palestre di democrazia, con sedi aperte in ogni paese ed in ogni quartiere, tutti i giorni e tutto l’anno, in grado di dibattere i problemi e selezionare la classe dirigente in base al merito, non consentendo improvvisazione e pressapochismo. Servono luoghi di formazione politica, teorica e pratica.
Insomma, le primarie ci dicono che i partiti non possono essere società per azioni, dove chi ha più tessere comanda, ma ritornare canali veri di partecipazione. Bersani ora ha un mandato e un’investitura davvero popolare per fare in modo che il cittadino sia protagonista sempre, non solo quando viene chiamato ad immettere una scheda nell’urna. Questa è la nuova ed entusiasmante sfida che dobbiamo affrontare ora, come partito e come classe dirigente.