“Iscalas e pizos”, i sentieri verticali dei pastori alpinisti
L’Associazione Escursionistica Areste, la Libreria Il Manoscritto e la Fondazione Siotto organizzano per Venerdì 25 Gennaio alle ore 19,30 presso la sala biblioteca Fondazione Siotto in Via Marconi 10 ad Alghero, la presentazione del libro “Iscalas e pizos” I sentieri verticali dei pastori alpinisti di Sebastiano Cappai, Edizioni S’Alvure.
Sebastiano Cappai, istruttore di Escursionismo della Lega Montagna Uisp, dedica il proprio tempo libero alla scoperta del microcosmo chiamato Supramontes. Nelle aree carsiche ricomprese nel territorio dei comuni di Baunei, Dorgali, Oliena, Orgosolo ed Urzulei, ha svolto attività di speleologia, arrampicata, canyoning ed escursionismo.
Riportiamo di seguito un estratto dalla presentazione:
L’opera, composta da 350 pagine corredate da oltre 500 fotografie, descrive ed individua 75 delle più emblematiche e spettacolari Iscalas che consentivano di superare pareti apparentemente invalicabili.
La scoperta del mondo aspro e selvaggio dei Supramontes, ove la roccia prevale su tutti gli altri elementi, porta inevitabilmente ad alcuni interrogativi: come l’uomo ha potuto abitarvi continuativamente per millenni e sino ai recenti anni ’50 e ’60? Come riusciva a procurarsi l’acqua là dove non esiste un’idrografia di superficie? Come riusciva a sostentarsi su quei nudi rocciai? Ma, sopratutto, come riusciva a superare gli immani ostacoli orografici che si succedono ad ogni passo?
I territori carsici denominati Supramonti, ricompresi nei “salti” comunali dei paesi di Baunei, Dorgali, Oliena, Orgosolo ed Urzulei, hanno costretto i loro abitanti a diventare degli “alpinisti inconsapevoli”, nella loro quotidiana fatica al seguito delle greggi e nel ritrovare sostentamento in quello che oggi appare come uno scenografico paesaggio lunare.
As Iscalas sono l’emblema della sfida umana a questo territorio oramai mitizzato: esse raccontano dell’ingegno, della perizia e dell’incoscienza che animavano gli antichi abitanti di queste terre selvagge. La vita in questi luoghi ha avuto, per un tempo incredibilmente lungo, un’organizzazione simile a quella preistorica, poiché l’aspro territorio non concedeva altre soluzioni.