“Svelato l’ennesimo bluff di questa Giunta Regionale”
“Oggi è stato svelato l’ennesimo bluff di questa Giunta Regionale. Il piano straordinario per l’occupazione e per il lavoro che la Giunta sta mettendo in campo per rilanciare l’economia sarda non è altro che un inganno perché prevede l’utilizzo di risorse destinate ai capitoli di spesa ordinari dell’Assessorato al lavoro”. E’ quanto dichiarato dai consiglieri regionali del Pd Franco Sabatini e Gian Valerio Sanna e Franco Sabatini al termine dell’audizione in terza commissione dell’Assessore Mariano Ignazio Contu.
“Questo “piano straordinario per il lavoro”, nonostante i requisiti di necessità ed urgenza richiesti, prevede lo stanziamento di soli 45 milioni di euro, ricavati effettuando dei tagli alle politiche ordinarie per il lavoro. Un ulteriore riduzione delle risorse da destinare al sostegno dei lavoratori che oggi si trovano in condizioni di precarietà come gli ex Lsu, Cesil e Cesl, e i lavoratori della formazione professionale, vorrebbe dire, di fatto, azzerare il necessario supporto a tantissime famiglie in difficoltà e ciò nel contempo contribuirebbe a bloccare ulteriormente la ripresa dei consumi”.
“Lo stesso Assessore Contu, in audizione, si è mostrato preoccupato per l’assenza delle risorse necessarie per gli ammortizzatori sociali. Ha rivelato che mancano infatti ben 90 milioni di euro e delle domande trasmesse all’INPS sono state prese in considerazione solamente quelle pervenute entro il 20 gennaio 2013. Inoltre risulta che non sia stato ancora firmato l’accordo con l’Inps per la spendita di 30 milioni di euro che il consiglio regionale ha stanziato per gli ammortizzatori sociali in deroga. Ciò rischia di lasciare circa 30 mila lavoratori sardi senza assegni di cassa integrazione e mobilità”.
“Queste sono dichiarazioni molto preoccupanti che mettono in ginocchio l’intero sistema del lavoro. E’ evidente che in questa situazione occorre intervenire con celerità attraverso un piano che più che straordinario sia strategico e che tuteli nel frattempo tutti i livelli occupazionali, dando precedenza prima a quelle realtà che risultano ancora con pratiche inevase affinché non siano sempre i cosiddetti lavoratori «deboli» a dover essere ulteriormente penalizzati”.